mercoledì 23 gennaio 2008

MARINA Cala de’ Medici ovvero Il Porto di Castiglioncello.

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Dopo 50 anni di progetti e discussioni ecco finalmente il Porto di Castiglioncello.

La Sua realizzazione cominciò ad essere spinta dai notabili dell’epoca pre-Dolcevita,primo fra tutti l’allora Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi.

Le discussioni riguardavano il posizionamento,vale a dire Nord o Sud del promontorio di Castiglioncello.

Soltanto negli anni ottanta si arrivò alla determinazione di realizzare l’opera a sud,esattamente tra la fine di Rosignano e l’inizio del tratto di costa Castiglioncellese,in una località nota come “ Crepatura “.

L’ubicazione decisa è in realtà la migliore possibile compatibilmente con il sistema viario e con la visione paesaggistica in quel tratto di costa già in parte compromessa dalla presenza centenaria di una fabbrica.

Il porto,denominato Marina di Cala De’ Medici,rappresenta un trampolino nel Mediterraneo,posto di fronte all’Arcipelago Toscano,strategicamente situato tra i porti turistici di maggior blasone quali Viareggio e Punta Ala.

Marina di Cala De’ Medici si candida a raccogliere nella nautica quel primato del turismo d’elìte che da oltre un secolo appartiene a Castiglioncello insieme a pochissime altre località quali Capri e Portofino.

D’altra parte siamo sulla Costa degli Etruschi,il tratto di Costa dove sorge Castiglioncello si chiama da tempo immemorabile Costa Fiorita per le incredibili fioriture consentite dal microclima qui presente,dai tempi in cui D’Annunzio frequentava la spiaggia di Castiglioncello questa fù appellata “ La Perla “,a sottolineare l’unicità dei paesaggi,del clima e del retroterra dove a due passi troviamo le città d’arte.

CRITERI GENERALI SULLA PIANIFICAZIONE DEI PORTI TURISTICI ITALIANI.

7.1 CONSIDERAZIONI GENERALI

Prima di passare ad esaminare i criteri seguiti per formulare le proposte di pianificazione esposte nel paragrafo 7.3, si premettono alcune considerazioni sulla nautica "minore", sui requisiti necessari per poter definire un posto barca "qualificato", sulle dimensioni ottimali dei marina e sulle tipologie dei porti turistici.

7.1.1 La "nautica minore"

Già nel Piano del 1983 si era operata una distinzione fra nautica cosiddetta "minore", caratterizzata da imbarcazioni leggere e di dimensioni ridotte, e nautica "maggiore", caratterizzata da imbarcazioni di dimensioni abbastanza elevate, generalmente cabinate.

La suddivisione delle imbarcazioni da diporto in due categorie, aventi diverse necessità e richiedenti diversi investimenti, è divenuta con gli anni sempre più evidente e ha dato luogo a convegni e dibattiti nel corso dei quali si è cercato di fornire indicazioni per la corretta soluzione delle problematiche poste dalle imbarcazioni stesse.

Il limite della nautica minore può essere fissato in circa 6,0 m di lunghezza delle barche. Entro questa lunghezza ricadono quasi tutti i gommoni e buona parte degli scafi più o meno plananti destinati alle gite nell'arco della giornata o ad attività dilettantistica di pesca. Si noti che il limite convenzionale di 6,0 m è diverso sia da quello di 7,50 m per le imbarcazioni a motore e di 10,0 m per le imbarcazioni a vela recentemente introdotti dalla normativa ai fini dell'immatricolazione dei natanti da diporto. Il limite è stato fissato soprattutto in vista della facile "carrellabilità" delle imbarcazioni.

Un ulteriore suddivisione, anch'essa abbastanza arbitraria, nell'ambito della nautica minore si può fare considerando una categoria a parte per le imbarcazioni più piccole e leggere, ad esempio le "derive", imbarcazioni a vela di peso ridotto a deriva mobile ed aventi utilizzazione prevalentemente sportiva, parte dei gommoni e piccole barche ("gozzi") a remi e a motore. La categoria sopra indicata va sotto il nome di "derive e piccole imbarcazioni" e come tale viene individuata nel cap. 4. Si ha ragione di ritenere che nelle statistiche non ufficiali citate dal Ministero dei Trasporti e della Navigazione, sulle quali è stata basata la previsione della domanda da diporto riportata nel cap. 4, siano comprese in questa categoria anche le numerosissime tavole a vela diffuse nella nostra nazione.

Anche se esiste una radicata tendenza dei proprietari di imbarcazioni afferenti alla nautica minore a mantenerle in acqua durante il periodo estivo, è opinione comune che le modalità più opportune di utilizzazione consistano nell'alaggio a terra dopo l'uso e nel varo a mare per l'uso. L'operazione terra-mare deve essere ovviamente agevole ed economica ed altrettanto agevole deve essere il rimessaggio a terra. In molte nazioni ci si è avviati decisamente su tale indirizzo, dotandosi di numerosi scivoli situati in aree sufficientemente ridossate e sui quali i proprietari delle imbarcazioni possono compiere le operazioni di alaggio e varo utilizzando automezzi e carrelli propri o quelli di addetti, nel caso di presenza di strutture private di supporto.

E' ragionevole che anche nella nostra nazione ci si indirizzi nel senso sopra indicato, in quanto troppo costosa risulterebbe la realizzazione di specchi acquei protetti per imbarcazioni che non necessitano in alcun modo della permanenza in acqua. In proposito si rammenta che molti esperti di nautica da diporto ritengono che non si debba scendere mai al di sotto degli 8,0 m di lunghezza allorquando si giustifica la distribuzione dei posti barca in un porto turistico vero e proprio.

E' ovvio che i problemi posti dalla nautica minore non sono trascurabili rispetto a quelli posti dai porti turistici veri e propri. Essi concernono:

la presenza di uno specchio acqueo sufficientemente esteso e protetto per eseguire in tranquillità le operazioni di alaggio e varo e consentire la permanenza in acqua di alcune imbarcazioni;

la presenza di spazi a terra, contigui a quelli a mare, in cui depositare le imbarcazioni ed i carrelli e parcheggiare gli autoveicoli degli utilizzatori, oltre a collocare alcuni edifici essenziali (servizi igienici, uffici amministrativi) e servizi (idrico, elettrico, rifornimento carburante, etc.).

Un aspetto vantaggioso della nautica minore è che la profondità richiesta nel bacino protetto può essere molto esigua (anche nell'ordine di 1,0 m). Resta peraltro il fatto che profondità ridotte non sono compatibili con l'agevole ingresso ed uscita delle imbarcazioni in condizioni di mare mosso, a causa del verificarsi dei frangenti. In proposito si può osservare che, proprio per le caratteristiche delle imbarcazioni, non è da prevedere l'uscita ed il rientro delle stesse in condizioni di mare molto agitato. Si ricorda che comunque il tempo di rientro dal mare aperto al porto è sempre piuttosto limitato, ragione per cui le altezze d'onda non hanno la possibilità di crescere in modo sensibile. Peraltro anche accettando per l'imboccatura profondità dell'ordine di 23 m, resta il fatto che si tratta di profondità in cui sono molto importanti i fenomeni di trasporto solido costiero e di conseguenza i potenziali pericoli di occlusione dell'imboccatura stessa.

Finora soluzioni favorevoli per la nautica minore sono state individuate in foci di corsi d'acqua minori e di colatori di bonifica, in canali di collegamento a mare di stagni costieri, in zone ridossate a tergo di opere di difesa delle spiagge. Spesso per il varo e l'alaggio, oltre agli scivoli, sono state usate proficuamente gru mobili con sbraccio di sufficiente lunghezza.

Si ritiene che, ove possibile, si debba incoraggiare lo sviluppo di strutture idonee per la nautica minore, concentrandole nelle località più favorevoli e razionalizzandone per quanto possibile il funzionamento.

Un apetto importante delle attrezzature dedicate alla nautica minore è costituito dalla loro utilizzazione quasi esclusiva nel periodo estivo e dalle necessità molto ridotte di personale per il loro funzionamento. Ciò rende possibile ed economicamente conveniente anche il ricovero di poche barche e la concessione di permessi stagionali a cooperative o a società con limitato numero di soci.

7.1.2 Posti-barca "qualificati"

La definizione di posto-barca sufficientemente "qualificato" per l'ormeggio di una imbarcazione da diporto può essere soggetta a discussioni. I parametri ritenuti determinanti in tal senso sono i seguenti:

sicurezza nell'ingresso ed uscita delle imbarcazioni dal porto;

sicurezza all'ormeggio (moto ondoso residuo contenuto, solidità dei pontili e dei sistemi di ormeggio, presenza di un impianto antincendio);

fornitura di servizi essenziali (acqua, corrente elettrica, guardiania, posteggi);

rispetto delle norme igienico-sanitarie.

E' ovvio che numerosi diportisti sono disposti ad accontentarsi di servizi scadenti pur di continuare a dedicarsi all'attività nautica o pur di risparmiare sui costi di gestione delle loro imbarcazioni. Tuttavia si ritiene che sia compito delle amministrazioni garantire che il diporto nautico avvenga in modo ordinato rispettando sia gli interessi dei diportisti, specialmente da un punto di vista della sicurezza della vita e dei beni, che gli interessi della comunità non-diportista, verificando ad esempio il rispetto dell'ambiente, delle norme igienico-sanitarie e assicurandosi che la viabilità terrestre non entri in "crisi" a causa del diporto nautico.

7.1.3 Dimensioni ottimali dei porti attrezzati (marine)

Un porto turistico attrezzato, destinato cioè a fornire, oltre all'ormeggio, i servizi richiesti dai diportisti, deve avere dimensioni minime o massime compatibili con una gestione economica e con una efficienza nautica accettabile.

Relativamente alla dimensione minima può osservarsi che, oltre alle spese di manutenzione delle opere e a quelle di concessione (più o meno proporzionali all'estensione del porto), vi sono spese di esercizio in parte proporzionali al numero di imbarcazioni ricoverate (ad esempio servizi idrico ed elettrico) in parte indipendenti da tale numero. Ad esempio il personale che si occupa della gestione e dell'amministrazione del porto non può essere in un numero inferiore a un minimo indipendentemente dalle dimensioni del porto stesso. Il costo del personale costituisce una delle voci maggiori di spesa, e ciò giustifica il fatto che normalmente si cerca di non scendere per i porti turistici al di sotto delle 400/500 barche. Casi particolari sono quelli dei porti attrezzati ma che vengono utilizzati prevalentemente nei mesi estivi (porti stagionali. In Italia sono tipici i casi di molti porti della Sardegna; all'estero i porti della Corsica e della Jugoslavia. In questi casi occorre pensare a gestioni un pò diverse da quelle tipiche dei porti utilizzati in tutte le stagioni. Il personale fisso deve essere ridotto "all'osso" e si deve fare largo ricorso a personale stagionale.

Per quanto riguarda le dimensioni massime dei porti turistici, si tratta di un argomento già sommariamente analizzato in sede di redazione del Piano del 1983, allorquando si erano affacciati dubbi sull'opportunità di prevedere, per il polo di Roma, un unico porto di capacità ricettiva pari a 2.000/2.500 barche. Nel periodo intercorso si è avuto modo di approfondire l'argomento, appurando che effettivamente è opportuno non superare ricettività "singole" superiori a 1.000/1.500 barche, sia per evitare difficoltà di traffico nei canali di navigazione, che per mantenere una "identità" al porto, che per non appesantire eccessivamente la gestione. In Italia le massime capacità ricettive (Lavagna, S. Remo, etc.) non superano i 1.000 posti barca. All'estero si sono raggiunti addirittura i 5.000 posti barca (Los Angeles) ma con porti di concezione diversa da quelli turistici veri e propri. Si tratta in realtà, per larga parte, di "villaggi marini" e non di "marine", con problematiche alquanto diverse. A S. Diego sono presenti nella vasta baia prospiciente la città porti destinati ad accogliere oltre 40.000 barche, ma esse sono suddivise fra diverse unità portuali, del tutto indipendenti, ognuna con ricettività uguale o inferiore a 1.0001500 barche.

In conclusione si ritiene che nella Regione Lazio la "taglia" dei porti turistici dovrebbe essere compresa fra 400 e 1.500 imbarcazioni.

7.1.4 Tipologie dei porti turistici

I porti turistici vengono normalmente suddivisi in "porti" ed "approdi", i primi destinati ad accogliere imbarcazioni di dimensioni medio-grandi, i secondi la cosiddetta nautica minore.

A loro volta i porti comprendono i porti veri e propri (detti anche "marine"), comprendenti i pontili e le banchine di ormeggio e i soli fabbricati destinati ad attività connesse con la nautica, e i "villaggi marini", che sono veri e propri villaggi costituiti da edifici di civile abitazione affacciati a canali lungo i quali trovano ormeggio le imbarcazioni. Nell'ambito delle marine si possono distinguere ancora i porti inseriti in un ambito cittadino, corrispondenti in generale a vecchi porti storici (pescherecci e/o commerciali) riadattati al nuovo uso, e i porti ubicati al di fuori dei centri abitati (ad es. nel Lazio il porto di Riva di Traiano o, in Toscana, quello di Cala Galera) frequentati quasi esclusivamente dagli utenti nautici e denominati talvolta, in senso un pò dispregiativo, "porti-garage".

Nel Lazio la possibilità di realizzazione di villaggi marini è praticamente esclusa, in quanto essi possono svilupparsi quasi esclusivamente in stagni o lagune costiere, o in zone pianeggianti a bassa quota prospicienti il mare. Le uniche zone favorevoli da tale punto di vista sono vincolate per motivi ambientali o per altri usi.

Per quanto possibile, nel Lazio sarebbe opportuno favorire la trasformazione e l'adeguamento di vecchi porti storici, ottenendo così il duplice scopo di favorire la nautica da diporto e di migliorare il contatto mare-città, che costituisce sempre un fattore favorevole dal punto di vista dello sviluppo turistico.

7.2 CRITERI GENERALI DI PIANIFICAZIONE

Per quanto riguarda la nautica da diporto i problemi maggiori da affrontare e risolvere riguardano, come più volte accennato nel testo di questo nuovo piano, l'elevato grado di caoticità, congestione e abusivismo nell'utilizzazione delle risorse esistenti che contribuisce in parte ad allontanare l'iniziativa privata dalla realizzazione di porti efficienti. La situazione più critica riguarda la nautica "minore" che più facilmente della maggiore può dare adito ai fenomeni di disordine di cui si è detto.

Alla luce delle analisi condotte sia sulla situazione esistente che su quella prevista nei prossimi dieci anni, si è convenuto che i principali obiettivi della presente proposta di pianificazione sono i seguenti:

1. separare la nautica "maggiore" dalla nautica "minore" promuovendo la creazione di strutture idonee ad accogliere ciascuna tipologia di nautica;

2. definire i requisiti minimi che devono essere soddisfatti dalle strutture;

3. definire le capacità ricettive massime delle strutture esistenti e future;

4. definire i servizi minimi che devono essere offerti dalle strutture esistenti e future;

5. definire i requisiti minimi per la redazione dei progetti rivolti alla realizzazione di nuove strutture per la nautica da diporto.

7.2.1 "Approdi" e "porti" turistici

La vigente classificazione dei porti è stata introdotta dalla legge 28.1.1994 n. 84 ("Riordino della legislazione in materia portuale") che, all'art. 4, ha ripartito i porti marittimi nazionali in categorie e classi individuando, più compiutamente, rispetto alle normative precedenti, le funzioni cui i porti stessi e le aree portuali in genere possono essere destinati e indicando tra esse, finalmente, anche la destinazione turistica e da diporto. Occorre peraltro evidenziare che il D.P.R. del 2.12.1997 ("Regolamento recante la disciplina del procedimento di concessione di beni del demanio marittimo per la realizzazione di strutture dedicate alla nautica da diporto"), introduce la distinzione tra "porto turistico", "approdo turistico" e "punto di ormeggio". Il fine di tale distinzione è quello di indicare l'ambito di applicazione del citato regolamento specificando che il medesimo si applica solo a quelle strutture che sono definibili porti o approdi turistici in quanto complessi (porti turistici) o porzioni di complessi (approdi turistici) di strutture amovibili ed inamovibili destinati in maniera esclusiva o precipua alla nautica da diporto. Il regolamento quindi non si applica alle strutture caratterizzate da totale rimovibilità delle opere (punti di ormeggio).

Come è stato accennato nel paragrafo precedente, in Italia è diventata ormai impellente la necessità di separare le strutture rivolte ad accogliere la nautica maggiore da quelle rivolte alla nautica minore. Nell'operare questa separazione, che come indicato nel seguito è di tipo sostanziale in quanto limita tra l'altro le dimensioni dei natanti che possono accedere in ciascun tipo di struttura, si è ritenuto opportuno utilizzare la terminologia corrente, che distingue i porti dagli approdi turistici, abbandonando il significato adottato dal D.P.R. del 2.12.97 n.509 che da un punto di vista pratico risulta di scarsa utilità.

In conclusione per il presente piano i "porti turistici" sono costituiti dalle strutture rivolte ad accogliere la nautica maggiore mentre gli "approdi turistici" sono costituiti dalle strutture rivolte ad accogliere la nautica minore. Pertanto non viene operata alcuna distinzione in base alla localizzazione delle strutture (interne od esterne a porti polifunzionali).

Si osserva che le definizioni adottate non sono in contrasto con la citata legge del 28.1.1994 n. 84 e che i porti e gli approdi turistici individuati nel presente piano ricadono nell'ambito del citato regolamento che disciplina le concessioni per la realizzazione di strutture dedicate alla nautica da diporto.

La distinzione principale introdotta dal presente piano tra porti e approdi turistici è basata sui seguenti parametri:

dimensioni dei natanti;

profondità delle imboccature portuali;

larghezze delle imboccature portuali;

modalità di ormeggio delle imbarcazioni.

Le limitazioni introdotte nel seguito, oltre che a separare i due tipi di nautica, si pongono l'obiettivo di garantire la sicurezza delle imbarcazioni e di utilizzare, specialmente per la nautica minore, le potenzialità di fiumi, fossi e canali presenti sul territorio, limitando sia l'influenza delle opere di accesso sulla dinamica dei litorali che gli oneri di manutenzione delle imboccature portuali.

Si osserva che i limiti inferiori dichiarati per il dimensionamento di alcune strutture possono apparire sottostimati o addirittura pericolosi, in quanto difficilmente essi potrebbero essere inseriti in un manuale o testo per la corretta progettazione di porti e nautica da diporto. Operando in tale modo, pur lasciando al progettista un buon margine di lavoro per ottimizzare le soluzioni, si è voluto evitare che in fase di dimensionamento delle strutture portuali venissero compiuti evidenti errori.

Le profondità indicate nel seguito sono riferite al livello medio delle minime maree sizigiali.

7.2.1.1 Approdi turistici

Negli approdi turistici non è consentito lo stazionamento in acqua di natanti con lunghezza fuori tutto superiore ad 8,0 m. Tale norma non si applica ai multiscafi.

La profondità dell'imboccatura portuale non può essere inferiore a -2,0 m. Nel caso di approdi con opere di accesso localizzate su spiagge sottili, la profondità dell'imboccatura portuale non può essere superiore a -2,5 m. Quest'ultima limitazione si applica esclusivamente agli approdi di nuova realizzazione e per i quali non esista la presenza di una imboccatura posta a profondità superiore.

La larghezza minima dell'imboccatura portuale non può essere inferiore a 15,0 m.

La profondità delle darsene non può essere superiore a -2,0 m. Questa limitazione si applica esclusivamente a darsene scavate a terra di nuova realizzazione.

Negli approdi realizzati in corrispondenza di fiumi o canali, per garantire la sicurezza delle imbarcazioni anche in condizioni di piena del corso d'acqua e per evitare di modificare le condizioni di deflusso naturale, è auspicata la realizzazione di darsene ricavate all'interno delle sponde naturali del corso d'acqua. Qualora fosse necessario, le darsene andranno delimitate da arginature.

Come peraltro indicato nell'allegato 1, in fase di progettazione andrà posta particolare attenzione allo studio delle ripercussioni delle opere di accesso sulla dinamica dei sedimenti lungo il litorale e andranno definite le modalità di manutenzione dell'imboccatura portuale. Gli oneri di manutenzione dell'imboccatura portuale saranno a carico del concessionario il quale dovrà garantire che il materiale solido eventualmente intercettato dalle nuove opere di accesso venga restituito alla dinamica longitudinale del litorale.

Per motivi di sicurezza, negli approdi realizzati in corrispondenza di fiumi, canali e fossi, l'ormeggio delle imbarcazioni lungo l'asta principale del corso d'acqua è consentito su un'unica fila per ciascuna sponda, orientando l'asse principale delle imbarcazioni (congiungente prua-poppa) parallelamente alla corrente fluviale. Questa norma si applica anche agli approdi esistenti.

7.2.1.2 Porti turistici

Nei porti turistici non è consentito lo stazionamento in acqua di imbarcazioni di lunghezza fuori tutto inferiore a 6,0 m.

Nei porti turistici la profondità dell'imboccatura portuale non può essere inferiore a -3,5 m e la largezza dell'imboccatura non può essere inferiore a 30 m.

Per i porti turistici non vengono fissati limiti superiori alla profondità dell'imboccatura portuale fermo restando che anche per essi gli oneri di manutenzione delle opere di accesso saranno a carico del concessionario il quale dovrà garantire, con opportuni provvedimenti, la continuità del trasporto solido longitudinale.

Anche per i porti turistici realizzati in corrispondenza di fiumi o canali è auspicata la realizzazione di darsene ricavate all'interno delle sponde naturali del corso d'acqua (eventualmente delimitate da arginature).

Per i porti canale, come per gli approdi, l'ormeggio delle imbarcazioni lungo l'asta principale del corso d'acqua è consentito su un'unica fila per ciascuna sponda, orientando l'asse principale delle imbarcazioni (congiungente prua-poppa) parallelamente alla corrente fluviale. Questa norma si applica anche ai porti esistenti.

Nelle darsene dei porti turistici esistenti o di nuova realizzazione, le imbarcazioni potranno essere ormeggiate di punta ai pontili e ai muri di sponda ma solo su una unica fila.

7.2.2 Capacità ricettive massime delle strutture presenti e future

L'elevato grado di congestione che spesso caratterizza i porti e gli approdi esistenti trae origine dalla carenza di strutture adeguate per la nautica da diporto. Uno dei principali fini del presente piano è quello di promuovere la realizzazione di nuove strutture. Allo stesso tempo per garantire il rispetto delle principali norme di sicurezza e di fruibilità dei servizi da parte degli utenti nautici, risulta necessario imporre un limite alle capacità ricettive delle strutture esistenti e di quelle future.

Il criterio che normalmente viene seguito per stabilire la capacità ricettiva di una struttura portuale orientata alla nautica da diporto è quello di fissare il numero dei posti barca in funzione della superficie degli specchi d'acqua destinati all'ormeggio, al transito e alla manovra delle imbarcazioni (normalmente si esclude da tale computo l'avamporto). Ovviamente a parità di superficie liquida, il numero di imbarcazioni che una struttura portuale può accogliere dipende dalle dimensioni delle imbarcazioni. Tuttavia per le flotte normalmente ospitate nel Mediterraneo è possibile affermare che in un porto turistico una imbarcazione richiede mediamente una superficie liquida compresa tra . In casi eccezionali, ad esempio nei porti destinati ad accogliere imbarcazioni di prestigio o d'epoca, le superfici indicate possono essere notevolmente più elevate.

Per gli approdi turistici le superfici necessarie sono molto più contenute.

Si evidenzia la necessità di stralciare dal computo della superficie acquea del porto la parte occupata dall'avamporto, in quanto si tratta di una parte che svolge una funzione essenziale ai fini dell'operatività e della sicurezza e che i progettisti, su sollecitazione dei concessionari, tenderebbero a ridurre alle minime dimensioni per incrementare la capacità ricettiva. E' ovvio che nei progetti dovrà essere indicata chiaramente la zona interessata dall'avamporto e che in essa non potrà essere inserito alcun attracco permanente. Nell'avamporto potranno essere invece utilmente collocati gli impianti di rifornimento carburante, le zone di imbarco e sbarco di natanti destinati all'uso collettivo (gite turistiche, piccoli traghetti, etc.) e i posti barca riservati per le imbarcazioni in transito in particolari condizioni (di sovraffollamento e di scarsa agitazione ondosa).

Nel caso di ormeggi realizzati lungo le sponde di porti canale (escluse le eventuali darsene interne), la ricettività della struttura può essere espressa in funzione dello sviluppo longitudinale delle banchine prevedendo che mediamente per le barche ospitate in un porto turistico sono necessari circa 11,0 m di fronte di accosto per accogliere una imbarcazione mentre per un approdo turistico tale lunghezza si riduce a circa 6,0 m.

Ovviamente i parametri citati sono soggetti ad inevitabili approssimazioni che dipendono dalla effettiva composizione delle flotte che vengono ospitate dal porto o dall'approdo turistico. Per eliminare ogni incertezza e per impostare una corretta pianificazione della ricettività delle strutture presenti e future, si è deciso di operare in modo differenziato separando le strutture esistenti da quelle di prevista realizzazione.

7.2.2.1 Strutture esistenti

La ricettività dei porti turistici esistenti è stata valutata assumendo che mediamente un posto barca necessita di circa di superficie acquea. Nel caso di porti canale si è tenuto conto che la lunghezza media del fronte di accosto necessario ad una imbarcazione è di circa 11,0 m.

Per gli approdi turistici si è tenuto conto che la superficie necessaria ad un posto barca è di circa , mentre nel caso di approdi canale la lunghezza media del fronte di accosto necessario ad una imbarcazione è di circa 6,0 m.

Sulla base di questi parametri sono state valutate le capacità ricettive massime delle strutture esistenti riportate nelle tabelle del paragrafo 7.3.

Per le strutture esistenti sarà onere del concessionario presentare alle autorità competenti un piano degli ormeggi delle imbarcazioni che rispetti i criteri delineati nel presente piano. Nel caso in cui il piano degli ormeggi non venga presentato, saranno ritenuti validi i parametri di ricettività massima delle strutture esistenti dichiarati nel presente piano.

7.2.2.2 Nuove strutture

Per i porti turistici, la superficie minima dello specchio d'acqua necessario al transito e alla sosta delle imbarcazioni, escludendo dal computo l'avamporto, non potrà risultare inferiore alla superficie che si ottiene moltiplicando 100 per il numero di imbarcazioni che verranno ospitate nel porto. Per i porti canale le lunghezze complessive dei fronti di accosto non potranno risultare inferiori alla lunghezza che si ottiene moltiplicando 10,0 m per il numero di imbarcazioni che verranno ospitate nel porto canale.

Per gli approdi turistici la superficie dello specchio d'acqua portuale, ecluso l'avamporto, non potrà risultare inferiore alla superficie che si ottiene moltiplicando 18 per il numero di imbarcazioni che saranno ormeggiate permanentemente in acqua. La superficie complessiva dello specchio d'acqua dell'approdo, escluso l'avamporto, comunque non potrà risultare superiore al doppio di quella precedentemente indicata. Qualora nell'approdo si preveda la presenza di multiscafi che stazionano in acqua, la superficie complessiva massima indicata potrà essere opportunamente modificata.

Per gli approdi realizzati in canali o fiumi, la lunghezza dei fronti di accosto non potrà risultare inferiore a quella che si ottiene moltiplicando 5,0 m per il numero di imbarcazioni che verranno ormeggiate lungo la sponda.

Anche per le nuove strutture il richiedente la concessione dovrà presentare un piano degli ormeggi che rispetti le norme previste nel presente piano.

7.2.3 Criteri per la pianificazione dei posti barca lungo le coste regionali

Fissati i criteri che permettono di valutare le capacità ricettive massime dei porti e degli approdi esistenti o di futura realizzazione, la ricettività complessiva massima delle strutture che dovranno soddisfare la richiesta della nautica da diporto nei prossimi dieci anni è stata valutata sulla base dei risultati forniti dallo studio economico riportato nel capitolo 4. In sintesi tale studio prevede che nel 2010 saranno necessari, in aggiunta ai posti barca oggi disponibili, circa 5.700 nuovi posti barca da destinare alla nautica maggiore e circa 4.000 nuovi posti barca da destinare alla nautica minore.

La distribuzione delle nuove strutture e delle rispettive ricettività massime lungo le coste del Lazio è stata effettuata sulla base dei seguenti criteri:

1. si è tenuto conto delle proposte inoltrate dalle amministrazioni comunali;

2. si è tenuto conto della vicinanza a "mete" di interesse per la nautica;

3. si è tenuto conto della vicinanza a centri abitati importanti dove sono concentrati la maggior parte degli utenti nautici;

4. si è tenuto conto dei possibili problemi di interferenza tra le nuove strutture e le spiaggie adiacenti;

5. si è tenuto conto della facilità di collegamento con la rete stradale;

6. si è tenuto conto della locale propensione degli utenti nautici alla nautica maggiore o alla nautica minore;

7. si è tenuto conto che per la sicurezza della navigazione è necessario prevedere che esista un porto circa ogni 20,0 miglia nautiche;

8. è stata favorita la trasformazione e l'adeguamento dei vecchi porti storici al fine di migliorare il contatto mare-città.

Sulla base del rispetto di questi criteri è stata formulata la proposta di pianificazione delle opere esistenti e future riportata nel paragrafo 7.3.

7.2.4 Servizi minimi che devono essere offerti dalle strutture

In questo paragrafo sono elencati i servizi minimi che devono essere offerti dalle strutture esistenti (porti turistici elencati nelle tabelle 7.1, 7.2, 7.5, 7.6 e 7.7; approdi turistici elencati nella tabella 7.9) e dalle strutture da realizzare (porti turistici elencati nelle tabelle 7.3, 7.4, 7.8; approdi turistici elencati nelle tabelle 7.10 e 7.11).

Tali servizi devono essere garantiti dai concessionari di specchi d'acqua destinati all'ormeggio delle imbarcazioni.

Si evidenzia che le norme di seguito elencate non possono ritenersi sostitutive delle disposizioni di legge vigenti e delle prescrizioni di autorità competenti (vigli del fuoco, etc.).

7.2.4.1 Scarichi a mare

Nei porti e negli approdi turistici è vietato lo scarico in acqua dei liquami di bordo. Inoltre non è consentito scaricare in acqua sostanze inquinanti quali detersivi, oli, etc.

7.2.4.2 Servizi igienici

I servizi igienici debbono essere riuniti in gruppi in maniera che ciascun gruppo possa servire le varie zone del porto o dell'approdo turistico.

Nei porti turistici, il numero di servizi igienici da prevedere in funzione dei posti barca deve essere almeno:

Uomini Donne

w.c. 1 ogni 30 p.b. 1 ogni 50 p.b.

Orinatoi 1 ogni 75 p.b. -

Lavabi 1 ogni 30 p.b. 1 ogni 50 p.b.

Docce 1 ogni 60 p.b. 1 ogni 100 p.b.

In ogni gruppo di servizi deve essere installato: almeno un w.c. ed un lavabo per portatori di handicap; almeno una vasca per lavaggio biancheria o lavatrice elettrica a gettoni; almeno una vasca per lavaggio vettovaglie.

Nei porti turistici da realizzare, la distanza di ciascun gruppo dal posto barca più lontano non potrà superare i 250 m.

Negli approdi turistici il numero di servizi igienici elencati nel precedente prospetto potrà essere ridotto ad un terzo mantenendo comunque inalterato il numero di servizi per i portatori di handicap. Si potranno inoltre non installare le docce e le vasche per il lavaggio della biancheria.

7.2.4.3 Servizi di pronto soccorso

Nei porti esistenti e negli approdi turistici esistenti e di nuova realizzazione deve essere presente una cassetta di pronto soccorso debitamente attrezzata, con medico reperibile a chiamata.

Per i porti turistici di nuova realizzazione sarà previsto:

- nei porti con capacità ricettiva autorizzata fino a 300 posti barca, una cassetta di pronto soccorso debitamente attrezzata, con medico reperibile a chiamata;

- nei porti con capacità ricettiva autorizzata da 301 a 850 posti barca, servizio espletato, in vano attrezzato, da un infermiere diplomato 8/24 ore, con medico reperibile a chiamata;

- nei porti con capacità ricettiva autorizzata superiore a 850 posti barca, servizio espletato, in vano attrezzato, da un infermiere diplomato 16/24 ore, con medico reperibile a chiamata.

7.2.4.4 Approvvigionamento idrico

Nei porti esistenti e negli approdi turistici sia esistenti che di nuova realizzazione dovranno essere disposti punti di presa a distanza non superiore a 20,0 m dalle imbarcazioni ormeggiate. Le tubazioni saranno di materiale idoneo all'uso potabile.

Nei porti turistici di nuova realizzazione, per imbarcazioni di lunghezza superiore a 9,5 m dovrà essere prevista una presa ogni posto barca.

7.2.4.5 Energia elettrica

Nei porti e negli approdi turistici sia esistenti che di nuova realizzazione, dovranno essere previste colonnine per la distribuzione di corrente a 220 V e a 50 Hz, disposte sulle banchine e sui pontili in funzione della tipologia delle imbarcazioni ormeggiate. Le prese dovranno essere del tipo unificato C.E.E.

7.2.4.6 Illuminazione

Dovrà essere prevista una sufficiente illuminazione dei pontili e dei piazzali durante le ore notturne, da realizzarsi nel rispetto delle norme CEI e tale da garantire l'agevole fruizione della viabilità veicolare e pedonale, nonchè dei servizi comuni. Comunque dovranno essere disposti impianti di illuminazione atti a delimitare i percorsi pedonali lungo le banchine e lungo i pontili.

7.2.4.7 Impianto telefonico

Dovranno essere previsti un sufficiente numero di posti telefonici pubblici.

7.2.4.8 Impianto antincendio

Ferme restando le disposizioni di leggi vigenti e le disposizioni dei vigili del fuoco, su ogni pontile e lungo le banchine di ormeggio dovranno essere disposte apposite postazioni antincendio. Queste consistono in cassette metalliche, dipinte di rosso, e munite di sportello di vetro frangibile con estintori a secco da 5 kg di polvere collocati almeno ogni 40 m lungo ogni banchina e/o pontile. Almeno ogni 120 m e comunque alla radice di ogni pontile sarà collocato un estintore a secco di tipo carrellabile da 50 kg di polvere. Le postazioni dovranno essere convenientemente illuminate durante la notte e dovranno recare, chiaramente indicate, le modalità d'uso dei mezzi.

Le norme di cui al punto precedente si applicano ai porti e agli approdi turistici esistenti e di nuova realizzazione. Negli approdi turistici esistenti in cui è presente un impianto antincendio ad acqua, esso andrà mantenuto.

Nei porti turistici esistenti e di nuova realizzazione, ogni postazione antincendio dovrà essere inoltre munita di spingarda e manichetta. La lunghezza delle manichette dovrà essere tale da poter consentire l'intervento, in caso di incendio, su qualsiasi imbarcazione all'ormeggio. L'alimentazione delle postazioni antincendio con acqua di servizio (dolce o salata) sarà assicurata da idonea tubazione. La pressione necessaria sarà assicurata o a gravità o con pompe, garantendo altresì una adeguata capacità di compenso. Le pompe dovranno essere in grado di funzionare anche nel caso di contemporaneo fuori servizio dell'impianto elettrico.

7.2.4.9 Mezzi di salvataggio

Lungo le banchine e lungo i pontili sarà disposto almeno ogni 50 m un salvagente anulare munito di sagola e una scaletta di soccorso in acciaio inox.

7.2.4.10 Raccolta di rifiuti

Nei porti turistici, per la raccolta di rifiuti solidi dovrà essere prevista la installazione di uno o più recipienti lavabili, muniti di coperchio a tenuta, di capacità complessiva non inferiore a 100 litri ogni 4 posti barca, e da essi non distanziati più di 250 m.

Negli approdi turistici il numero di recipienti potrà essere ridotto alla metà.

Nei porti e negli approdi turistici dovrà essere presente un apposito sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti tossici (batterie esauste, oli usati, ecc.). Per gli oli usati verranno utilizzati serbatoi in acciaio inox o vetroresina da 1,5 ciascuno di capacità. Per le batterie verranno impiegati contenitori, con sportello di chiusura, da 1,0 di capacità in acciaio inox. Ogni coppia di contenitori servirà 200 imbarcazioni al massimo e non potrà distare più di 500 m dal posto barca più lontano. La raccolta dei rifiuti tossici dovrà essere eseguita da una ditta autorizzata al prelievo e al riciclaggio di questo genere di inquinanti.

Per i porti e gli approdi turistici l'area portuale, con particolare riguardo alle zone commerciali e di transito pedonale, dovrà essere inoltre dotata di un idoneo numero di cestini portarifiuti da 40-50 litri di volume ciascuno.

Dovrà inoltre essere prevista la raccolta periodica dei rifiuti solidi galleggianti all'interno dello specchio d'acqua portuale. Tale raccolta potrà essere eseguita da personale del porto o dell'approdo munito di natante e retino.

7.2.4.11 Rifornimento carburante

Nei porti turistici di nuova realizzazione, deve essere prevista una stazione di rifornimento per i vari tipi di carburante (gasolio, benzina super e normale, miscela). Questa dovrà essere provvista di presa a terra, da collegarsi con lo scafo utente, durante le operazioni di rifornimento, al fine di evitare che eventuali cariche elettriche di elettricità statica siano causa di deflagrazioni e incendio. A tale scopo le stazioni stesse dovranno essere dotate di adeguati mezzi antincendio (estintori a schiuma, a CO2 o a polvere). La stazione di rifornimento andrà localizzata il più lontano possibile dai posti barca e dagli altri servizi.

Nei porti turistici esistenti in cui è presentea una stazione di rifornimento carburante, essa andrà mantenuta.

7.2.4.12 Edifici di servizio

Ogni porto e approdo turistico sarà dotato di edifici destinati all'amministrazione e gestione del porto. Potranno inoltre essere previsti edifici di rappresentanza (yacht club, circoli velici, ecc.), box ripostigli, centri commerciali, punti di ristoro e velerie.

Nei i porti turistici di nuova realizzazione andrà prevista una torre di controllo da cui si possa godere di una visione completa tanto dell'imboccatura portuale che dei pontili di ormeggio.

7.2.4.13 Reti tecnologiche

I servizi di cui ai punti precedenti saranno collegati al sistema principale idrico, fognante elettrico e telefonico. Gli allacciamenti necessari saranno di caratteristiche e di dimensioni adeguate. Ove l'allacciamento della rete fognante non venga collegato alla rete civica di smaltimento, il sistema fognante dei singoli porti o approdi sarà dotato di apposito impianto di depurazione.

Per i porti turistici esistenti e di nuova realizzazione, fermo restando le disposizioni ed i divieti di cui al precedente capoverso, dovrà essere previsto un sistema di estrazione delle acque luride e di sentina dalle imbarcazioni con sistemi sotto vuoto (pump-out) ed avviamento agli impianti di depurazione cittadino o locale. Il numero di punti di scarico delle acque di sentina dovrà essere pari ad uno ogni 400 barche. I punti di scarico dovranno essere opportunamente distanziati l'uno dall'altro e si dovrà permettere un agevole accosto delle imbarcazioni.

7.2.4.14 Radioassistenza e sistemi di sicurezza

Ciascun porto o approdo turistico dovrà essere dotato di un adeguato impianto di radio-assistenza alle imbarcazioni da diporto in VHF e CB.

7.2.4.15 Scali di alaggio, attrezzature di sollevamento delle imbarcazioni

Ciascun porto turistico potrà essere dotato di uno scalo di alaggio dimensionato in funzione ai requisiti medi delle imbarcazioni ospitate. Potranno inoltre essere installati anche altri dispositivi per l'alaggio e il varo dei natanti in condizioni di sicurezza. La presenza di scivoli destinati all'alaggio di imbarcazioni carrellabili all'interno di porti turistici è consentita. Tali scivoli, se presenti, dovranno essere separati dalla zona riservata al porto turistico.

Ciascun approdo turistico dovrà essere dotato di almeno uno scivolo destinato ai natanti carrellabili. L'accesso di almeno uno scivolo dovrà essere libero e non potrà essere recintato. La larghezza di tale scivolo non potrà risultare inferiore a 3,5 m e la pendenza non superiore al 7%.

7.2.4.16 Parcheggi

Le seguenti norme si applicano esclusivamente ai porti e agli approdi turistici localizzati sul continente (isole escluse).

Nei porti turistici di nuova realizzazione dovranno essere previsti parcheggi localizzati sia all'interno che all'esterno del porto. All'interno dei porti il numero minimo di posti macchina è pari al 20% dei posti barca; il numero massimo è pari al numero di posti barca. Il numero minimo di posti macchina localizzati all'esterno del porto è pari al 15% dei posti barca. Il numero minimo di posti macchina complessivo (posti interni + posti esterni) non può risultare inferiore al 60% dei posti barca. I posti macchina localizzati all'esterno non possono distare più di 500 m dall'ingresso del porto turistico.

Se non per motivi particolari da valutare caso per caso, all'interno dei porti turistici di nuova realizzazione non è consentito riservare in modo esclusivo i posti macchina ai proprietari dei posti barca.

Negli approdi turistici di nuova realizzazione i parcheggi andranno localizzati prevalentemente all'esterno dell'approdo. Il numero minimo dei posti macchina localizzati ad una distanza non superiore a 500 m dall'approdo sarà pari al 20% delle imbarcazioni ospitabili in acqua dall'approdo. Entro ad una distanza non superiore ad 1,0 km dall'ingresso dell'approdo andrà prevista la localizzazione di parcheggi sufficienti ad accogliere complessivamente un numero di macchine pari almeno al 50% delle imbarcazioni ospitabili dall'approdo. Parte dei posti macchina dovrà essere di dimensioni adeguate per accogliere anche i carrelli delle imbarcazioni.

Per i porti e gli approdi turistici esistenti si valuterà caso per caso la necessità di realizzare nuovi parcheggi. Tale valutazione terrà conto dei locali problemi di traffico e del migliore utilizzo degli spazi disponibili a terra.

7.2.4.17 Cantiere navale e rimessaggi a terra

I porti turistici possono essere dotati di un cantiere navale per la riparazione e manutenzione delle imbarcazioni. Se presente, nel cantiere navale andrà localizzato lo scalo di alaggio o gli altri dispositivi per l'alaggio e il varo delle imbarcazioni. Il cantiere navale dovrà essere dotato di idonee officine per la riparazione e la manutenzione dei natanti. La zona del cantiere navale dovrà essere munita di un fronte di attracco a mare di lunghezza non inferiore a 20,0 m per le barche in attesa di riparazione.

Il cantiere navale sarà inoltre dotato di un piazzale per la sosta delle imbarcazioni soggette a riparazione o a manutenzione. Il piazzale potrà essere adibito in parte allo stazionamento a terra di monotipi da regata. Il piazzale od altre strutture non potranno essere utilizzati per la costruzione di imbarcazioni. Inoltre si suggerisce di non utilizzare il piazzale per lo stazionamento invernale delle imbarcazioni da crociera. E' preferibile che queste due ultime attività siano localizzate fuori dal complesso portuale. Tale raccomandazione risulta di particolare importanza nelle zone costiere caratterizzate da esiguità di spazi o da particolari bellezze paesaggistiche.

Per lo stazionamento invernale delle imbarcazioni, si potranno anche utilizzare parte dei parcheggi. I parcheggi potranno essere utilizzati anche per accogliere imbarcazioni da regata in occasione di particolari manifestazioni.

Anche gli approdi turistici potranno essere dotati di un cantiere navale per riparazione e la manutenzione delle imbarcazioni.

Negli approdi turistici si suggerisce di utilizzare il più possibile le zone a terra per lo stazionamento delle imbarcazioni; potranno essere realizzati capannoni per il ricovero delle barche anche di tipo multi-piano.

All'interno degli approdi turistici andrà riservato un congruo spazio per il deposito dei carrelli di traino delle imbarcazioni.

7.2.4.18 Viabilità

I porti e gli approdi turistici devono essere collegati al sistema viario principale. Le caratteristiche di tale collegamento dovranno corrispondere alle esigenze di non costituire intralcio alla viabilità principale ed a quella all'interno dei centri abitati.

7.2.19 Posti barca riservati alle imbarcazioni in transito

Nei porti turistici esistenti e di nuova realizzazione, il 10% dei posti barca andrà riservato alle imbarcazioni in transito. I posti barca elencati per ciascun porto turistico nelle tabelle 7.1, 7.2, 7.3, 7.4, 7.5, 7.6, 7.7 e 7.8 escludono i transiti.

7.2.5 Provvedimenti per ridurre l'impatto visiovo delle opere portuali

E' auspicabile che i porti turistici vengano concepiti tenendo presente anche l'impatto ambientale dal punto di vista visivo ed estetico. In tale senso occorre rivolgere attenzione alla ricerca di forme planimetriche delle opere non eccessivamente squadrate, allo studio di opere foranee di altezza non eccessiva e così via. Dal punto di vista dei materiali è necessario fare il massimo ricorso possibile a quelli aventi caratteristiche "locali" e che quindi ben si inseriscono nel contesto naturale.

Gli aspetti sopra richiamati della progettazione sono ampiamente citati anche nell'appendice 1. E' chiaro che il loro rispetto dipende in larga misura dalla sensibilità del progettista e del controllo che le Autorità locali sono tenute ad esercitare in tutti i manufatti realizzati nel loro territorio.

Particolare cura va rivolta anche alla parte a terra, comprendente edifici destinati non solo alla clientela "marittima" ma anche agli abitanti o turisti di passaggio. Non si deve dimenticare in proposito che spesso il porto turistico diventa mete di passeggiate ed assume la funzione di "piazza" cittadina.

PORTI e PORTICCIOLI TURISTICI DELLA TOSCANA

Si dice che la Toscana, una delle regioni del centro-Italia più apprezzate dal turismo mondiale, abbia tesori d’arte e di città d’arte impossibili da scoprire nell’arco di un intera vita. E così per il mare, dove i porti, i porticcioli e gli approdi, sono talmente numerosi e pittoreschi che potremmo navigare un’intera stagione senza poterli visitare tutti. Proiettata sul mare da millenni, sia pure con i problemi che fino all’inizio dell’era moderna il mare ha creato per le razzie piratesche e le guerre di corsa, la Toscana moderna è passata - come tutte le realtà costiere italiane - attraverso una trasformazione d’uso importante delle sue realtà portuali: nei grandi porti, la concentrazione delle linee di navigazione seguita all’avvento del container ha lasciato importanti spazi liberi, progressivamente occupati dalla nautica da diporto: nei piccoli e i piccolissimi scali, barche da pesca sportiva o da diporto puro hanno sostituito o affiancato la marineria da pesca professionale e il micro-cabotaggio, quest’ultimo pressoché sparito per il sopravvento preso dal trasporto veloce via terra.

Così nella realtà d’oggi la Toscana conta su una rete fittissima di porti o approdi, che consente alle imbarcazioni da diporto, specie quelle di pescaggio minore, molte scelte e grande mobilità. Per navigare lungo la costa Toscana bisogna però avere ben presenti alcune realtà geografiche, meteorologiche ed ambientali, che condizionano spesso con la forza anche l’uso dei porti e dei ridossi.

La più importante realtà è geografica e può essere sintetizzata in una ideale divisione delle coste in tre diverse tipologie: una costa sabbiosa ed aperta, con porti che sono ricavati su fondali sabbiosi grazie a opere di protezione fisse, che va dal confine nord della Toscana fino a Livorno, prosegue poi da poche miglia a sud di Livorno fino al promontorio di Piombino, e torna a prevalere nel grande golfo di Follonica e poi a sud di Castiglione della Pescaia fino al massiccio dell’Argentario: una costa con rilievi o promontori pronunciati, parzialmente protetta dai venti forti dal I o dal II quadrante, che è inserita a blocchi nella prima, come la costa a sud di Livorno, il promontorio da Baratti a Piombino, il già ricordato Argentario; e infine una costa isolana, con le bellissime realtà nautiche dell’Elba, di Capraia e del Giglio che compensano dai divieti ormai secolari di avvicinarsi alla Gorgona, a Pianosa e a Montecristo (isole-carcere o riserve naturali off limits). Anche meteorologicamente parlando, la costa toscana ha caratteristiche diversificate. A nord, fino a Livorno, i venti dominanti d’estate arrivano dal III e IV quadrante senza alcuna protezione, e possono sollevare anche mareggiate molto violente, ma d’estate sono facilmente preannunciabili. Più difficile è capire le condizioni meteo tra Livorno e L’Elba, perché la grande isola funziona da sbarramento ai venti provenienti dal III quadrante (e parzialmente anche dallo scirocco del II quadrante) e può accadere di partire da Portoferraio in calma piatta per trovarsi all’altezza di San Vincenzo o ancora più a nord con mezze burraschette assai poco gradite alle imbarcazioni leggere.

Al contrario, con venti dal IV quadrante si può scendere a sud dell’Elba senza poter apprezzare, se non in forte ritardo, le reali condizioni del mare. Esistono tuttavia numerosi circoli velici e nautici che fanno ascolto continuato sui canali VHF e di soccorso e una efficiente organizzazione di assistenza delle Capitanerie di porto con imbarcazioni “ognitempo” della Guardia Costiera dislocate nei principali porti per gli interventi di assistenza.

... Una caratteristica comune a molti porti della costa toscana è una certa difficoltà d’accesso in condizioni di mare grosso e vento teso, per la presenza di onde frangenti nell’avvicinarsi alla costa. Ma fortunamente ci sono sempre a portata di poche miglia altri porti dove l’ingresso è più semplice. Il problema dell’ingresso con tempo brutto è parziale per Marina di Carrara, il primo porto toscano venendo da nord, dove un lungo antemurale fornisce la sufficiente protezione all’ingresso orientato per Sud-Ovest (con libeccio forte si entra dunque di poppa, situazione sempre delicata) mentre è sconsigliato tentare di ridossarsi a Marina di Massa e al Cinquale quando il mare comincia a rompere. A circa 15 miglia a sud di Carrara c’è però il porto di Viareggio, che offre una buona agibilità di accesso purchè si evitino le immediate vicinanze del molo di sopraflutto, che crea pericolose barre di frangenti. Da Viareggio a Livorno, il più grande porto della Toscana e facilmente accessibile con ogni tempo, ci sono 19 miglia.

Da sconsigliare con cattivo tempo, anche se piacevolissimi con le condizioni prevalenti dell’estate, gli approdi intermedi di bocca del Serchio e di bocca d’Arno: quest’ultimo un vero e proprio porto fluviale , che consente a imbarcazioni di pescaggio fino a 1 metro di risalire fino al centro della città di Pisa. A sud di Livorno esiste una serie di micro-porticcioli adatti a piccole imbarcazioni da diporto come gommoni e cabinati fuori bordo o a vela con pescaggio inferiore a un

metro: si chiamano Ardenza, Antignano, Chioma, Castiglioncello, Marina di Cecina (con un vero porto da 600 barche subito all’interno della foce, ma con un difficile ingresso a canale dove il mare grosso può frangere). Circa 14 miglia a sud, dopo una lunga costa sabbiosa che d’estate è un vero spettacolo, c’è il porticciolo comunale di San Vincenzo, dotato di servizi completi (scivolo d’alaggio, gru, officine meccaniche) ma adatto solo a imbarcazioni con pescaggio non superiore a 1 metro. San Vincenzo è quasi a metà della lunga rotta scoperta tra Livorno e Portoferraio, il porto principale dell’isola d’Elba: dista infatti 22 miglia da Livorno e 20 da Portoferraio. Un ridosso naturale dai venti dei quadranti sud è il promontorio di Baratti, chiuso nella sua parte meridionale dal porto di Piombino. D’estate davanti a Baratti, che è anche un importante sito archeologico, la grande rada accoglie centinaia di imbarcazioni sui corpi morti e gavitelli che sono gestiti da una cooperativa locale. Piombino è anch’esso un porto facilmente accessibile in ogni condizione meteo, anche se ha caratteristiche di scalo industriale e non è piacevole per la nautica per il forte traffico di traghetti veloci. In attesa che sia pronto il suo porto turistico, si può puntare sull’Elba o attraversare il grande golfo di Follonica fino al più grande marina privato toscano, quello di Punta Ala, distante circa 11 miglia. All’interno del golfo di Follonica ci sono approdi minori, ma che da anni sono importanti realtà nautiche locali anche per chi fa villeggiatura. La Fiulara del puntone di Scarlino, per esempio, è un porto-canale accessibile solo a barche di modesto pescaggio, ma ne ospita più di settecento, con servizi completi di acqua, luce e gru. Da Piombino, l’isola d’Elba è assai più vicina che Punta Ala: il più prossimo dei suoi porti, quello di Cavo è solo a 7 miglia da Piombino, Rio Marina è a 8,6 miglia e la splendida rada di Porto Azzurro a 13 miglia. A sud di Punta Ala, l’unico porto importante in un raggio di circa dieci miglia è Castiglione della Pescaglia, il cui ingresso è difficile solo con venti forti di libeccio. In compenso il paese è bellissimo e le attrezzature portuali complete anche di cantieri di riparazione, con gru e scali di alaggio. Una darsena di recente costruzione ha aumentato la capienza del porto di circa 160 posti, ma Castiglione è in grado di sfruttare anche il canale interno dove pontili di legno e sistemazioni molto essenziali ospitano d’estate altre centinaia di barche. Solo 5 miglia separano Castiglione della Pescaia da Marina di Grosseto, su una lunga costa sabbiosa orientata per Sud-Est. Anche Marina di Grosseto è un porto-canale per barche di modesto pescaggio, difficile con il libeccio ma molto attrezzato con i prevalenti tempi calmi d’estate. Una nuova darsena è in fase di completamento ma le strutture di supporto ci sono già tutte, comprese gru e carburante in banchina. Occorrono altre 15 miglia circa per Talamone, il piccolo porto che guarda verso il promontorio dell’Argentario e che ha una modesta ma ben attrezzata realtà di pontili nautici. Da Talamone si può scegliere: poco più di 7 miglia portano a Porto Santo Stefano, porto attrezzato anche se d’estate con pochi posti disponibili, mentre l’isola del Giglio dista 15 miglia. L’Argentario, un grande promontorio proiettato verso Ovest con ancora un intatto manto di macchia mediterranea, ha tre importanti realtà nautiche: Porto Santo Stefano, con alcuni bacini minori adiacenti, l’altro scalo pubblico di Porto Ercole, sul lato sud e immediatamente dopo il porto privato di Cala Galera, con servizi analoghi a quelli di Punta Ala, disponibilità di scivoli, gru, cantiere di riparazione, negozi ed altro. Anche con i venti forti di libeccio Cala Galera è facilmente accessibile ed offre un buon ridosso.

L’intero periplo dell’Argentario è di circa 15 miglia. In questa nostra rapida rassegna dei porti e approdi toscani non devono mancare alcune note sulle isole. Partendo da nord, la più importante dell’arcipelago toscano tra quelle accessibili è Capraia, 36 miglia da Livorno e solo 16 dalla Corsica, il cui porticciolo pubblico può ospitare fino a un centinaio di barche, è dotato di carburante ed acqua in banchina ed ha servizi di riparazione, gru e rimessaggi. Il porto è servito da un traghetto giornaliero con Livorno.

L’isola d’Elba, 44 miglia a sud di Livorno, è una realtà complessa. I suoi porti sono almeno una dozzina, con servizi spesso solo estivi ma completi. Da Portoferraio, dove il porto vecchio è integrato da moderni bacini e banchine private dell’Esaom, navigando verso Ovest si trova a 8 miglia Marciana Marina, con carburante e pontili galleggianti, e quindi doppiata la punta West Marina di Campo a 15 miglia di navigazione, con una pittoresca spiaggia che dà sull’aeroporto e alcuni pontili. Marina di Campo è molto piacevole d’estate, quando centinaia di barche stanno all’ancora in rada. Proseguendo la circumnavigazione dell’isola, a 14 miglia c’è Porto Azzurro, in fondo a un profondo e pittoresco fiordo con un piccolo marina privato su pontili galleggianti (Porto Luna) proprio davanti al paese. La costa est offre poi Rio Marina a 5 miglia da Porto Azzurro, e infine Cavo ad altre 4 miglia di navigazione. Grazie a un micro-clima tutto speciale, l’Elba è un paradiso nautico dove si può scegliere a seconda delle condizioni meteo il versante a ridosso anche quando lungo la costa c’è maltempo: una condizione peraltro assai rara d’estate, quando su tutto l’arcipelago e la costa toscana dominano condizioni stabili di alta pressione con tempo buono, venti leggeri di maestrale e mare calmo. A 11 miglia da Porto Santo Stefano, nel promontorio dell’Argentario, e a 14 miglia da Porto Ercole, il porticciolo dell’isola del Giglio è l’unico ma ben attrezzato ed estremamente pittoresco. L’intero periplo dell’isola è di 12 miglia, con una splendida rada dotata di corpi morti provvisori, il Campese, sulla costa a Nord-Ovest. L’ultima isola accessibile al turismo nautico, Giannutri a poche miglia dal Giglio, non ha porto ed è solo temporaneamente accessibile per visite di carattere archeologico o paesaggistico.

In una valutazione globale, la rete dei porti sulla costa della Toscana è tra le più fitte ed attrezzate d’Italia per la nautica di modesto pescaggio e fornisce splendide possibilità di visitare le pricipali città di interesse storico ed artistico o i siti archeologici più rilevanti. Per la grande nautica, che si identifica nei motoryachts da oltre 15 metri e nei velieri con pescaggio superiore a 2 metri, la rete portuale è meno estesa ma ugualmente efficiente, perchè pienamente attrezzata: si possono citare come realtà complete sia per la sosta che per il supporto logistico Marina di Carrara, Viareggio, Livorno, Portoferraio, Punta Ala, Porto Santo Stefano e Cala Galera, con distanze tra porto e porto spesso inferiori a un ora di navigazione per i motoryachts e comunque mai superiori alle 20 miglia (con l’unica eccezione del tratto a sud di Livorno che è di 44 miglia tra questo porto e l’isola d’Elba). Tutti i principali porti sono dotati di distributori di carburante in banchina, acqua e servizi. Ma si trovano in ridossi minori o di scarso pescaggio come Cinquale, bocca d’Arno, Cecina, Capraia isola, San Vincenzo, Cavo, Porto Azzurro, Rio Marina, Marciana Marina, Fiumara del Puntone, Castiglione della Pescaia, Marina di Grosseto, Porto Ercole, Giglio porto, ed altri che si vanno via via attrezzando. Anche sulle realtà portuali più piccole, gli approdi attivi solo nella stagione estiva, spesso esistono servizi ben attrezzati, compresi quelli per le piccole ripartizioni artigianali. E non è raro trovare spazi attrezzati per la nautica da diporto minore anche sulle lunghe spiagge che caratterizzano la costa tra Carrara e Viareggio e tra Livorno e San Vincenzo. Alcuni punti di approdo non esistono nelle carte ma fanno parte della realtà nautica da anni. E’ il caso di Forte dei Marmi, 2 miglia a sud del Cinquale, dove un pontile su palafitte di cemento è diventato punto cospicuo di riferimento per le barche fuoribordo che su appositi "corridoi" d’estate trovano riparo a terra. E’ il caso, 5 miglia a sud di Viareggio della foce del fiume Serchio, attrezzata d’estate con qualche pontile mobile e ideale per il campeggio nautico. Subito a sud di bocca d’Arno c’è Marina di Pisa, con una serie di frangiflutti che delimitano micro-darsene facilmente accessibili con tempo buono da gommoni e fuoribordo, che hanno come richiamo una serie di ottimi ristoranti. Livorno stesso ha un porto turistico all’interno del porto, costituito dalla rete di canali medicei che si spinge nel cuore della città ed ospita almeno 3 mila piccoli scafi, da 4 a 8 metri, con l’unica limitazione costituita dai ponti stradali con luce inferiore ai 5 metri. La periferia sud di Livorno è ricca di approdi con ottimi servizi: il porticciolo di Antignano, Chioma, il ridosso di Vada, il micro-scalo di Quercianella, la darsena interna della Solvay con il suo circolo privato, sono tutte soste da consigliare a chi vuole davvero conoscere la costa, ha tempo e curiosità per i dettagli.

Anche la lunga spiaggia falcata fino a San Vincenzo, senza ridossi e quindi navigata al largo e a tutta manetta per non esservi sorpresi dal maltempo, offre a conoscerla alcune possibilità di fermata: come davanti a Donoratico, dove un "corridoio" di boe e relativa area di rimessaggio in spiaggia delle barche offre una pausa di relax, completa di gru mobile capace di alare e di varare barche fino a 1 tonnellata scendendo in mare fino a 1 metro di pescaggio. E così

ancora più a sud, con realtà nautiche complesse e ricchissime come il canale della Giannella alla radice dell’Argentario e prima ancora la foce del Cornia, il ridosso di Follonica, quello di Carbonifera - tra Piombino e Punta Ala - con il suo canale, i corpi morti estivi davanti a Torre Mozza, gli apprestamenti estivi sulla foce dell’Ombrone in pieno cuore della Maremma, eccetera. Per concludere, su poco più di 300 chilometri di costa, la Toscana offre più di dieci porti attrezzati e un centinaio di porticcioli, approdi, ridossi, rade con servizi nautici estivi, spiagge attrezzate, "corridoi" nautici, foci munite di attracchi. Una ricchezza nautica di prim’ordine, qualche volta pianificata e altre spontanea, che ne fanno uno dei punti di maggior richiamo del turismo internazionale e che di anno in anno aumenta le sue offerte grazie all’iniziativa privata ed anche al crescente interesse delle autorità pubbliche. Una realtà che comincia ad affacciarsi anche all’estero grazie a una offerta finalmente coordinata e mirata, che non potrà non dare ulteriore sviluppo sia al turismo che ai servizi e alla stessa cantieristica nautica toscana.

Porti e porticcioli della Toscana

Si dice che la Toscana, una delle regioni del centro-Italia più apprezzate dal turismo mondiale, abbia tesori d’arte e di città d’arte impossibili da scoprire nell’arco di un intera vita. E così per il mare, dove i porti, i porticcioli e gli approdi, sono talmente numerosi e pittoreschi che potremmo navigare un’intera stagione senza poterli visitare tutti. Proiettata sul mare da millenni, sia pure con i problemi che fino all’inizio dell’era moderna il mare ha creato per le razzie piratesche e le guerre di corsa, la Toscana moderna è passata - come tutte le realtà costiere italiane - attraverso una trasformazione d’uso importante delle sue realtà portuali: nei grandi porti, la concentrazione delle linee di navigazione seguita all’avvento del container ha lasciato importanti spazi liberi, progressivamente occupati dalla nautica da diporto: nei piccoli e i piccolissimi scali, barche da pesca sportiva o da diporto puro hanno sostituito o affiancato la marineria da pesca professionale e il micro-cabotaggio, quest’ultimo pressoché sparito per il sopravvento preso dal trasporto veloce via terra.

Così nella realtà d’oggi la Toscana conta su una rete fittissima di porti o approdi, che consente alle imbarcazioni da diporto, specie quelle di pescaggio minore, molte scelte e grande mobilità. Per navigare lungo la costa Toscana bisogna però avere ben presenti alcune realtà geografiche, meteorologiche ed ambientali, che condizionano spesso con la forza anche l’uso dei porti e dei ridossi.

La più importante realtà è geografica e può essere sintetizzata in una ideale divisione delle coste in tre diverse tipologie: una costa sabbiosa ed aperta, con porti che sono ricavati su fondali sabbiosi grazie a opere di protezione fisse, che va dal confine nord della Toscana fino a Livorno, prosegue poi da poche miglia a sud di Livorno fino al promontorio di Piombino, e torna a prevalere nel grande golfo di Follonica e poi a sud di Castiglione della Pescaia fino al massiccio dell’Argentario: una costa con rilievi o promontori pronunciati, parzialmente protetta dai venti forti dal I o dal II quadrante, che è inserita a blocchi nella prima, come la costa a sud di Livorno, il promontorio da Baratti a Piombino, il già ricordato Argentario; e infine una costa isolana, con le bellissime realtà nautiche dell’Elba, di Capraia e del Giglio che compensano dai divieti ormai secolari di avvicinarsi alla Gorgona, a Pianosa e a Montecristo (isole-carcere o riserve naturali off limits). Anche meteorologicamente parlando, la costa toscana ha caratteristiche diversificate. A nord, fino a Livorno, i venti dominanti d’estate arrivano dal III e IV quadrante senza alcuna protezione, e possono sollevare anche mareggiate molto violente, ma d’estate sono facilmente preannunciabili. Più difficile è capire le condizioni meteo tra Livorno e L’Elba, perché la grande isola funziona da sbarramento ai venti provenienti dal III quadrante (e parzialmente anche dallo scirocco del II quadrante) e può accadere di partire da Portoferraio in calma piatta per trovarsi all’altezza di San Vincenzo o ancora più a nord con mezze burraschette assai poco gradite alle imbarcazioni leggere.

Al contrario, con venti dal IV quadrante si può scendere a sud dell’Elba senza poter apprezzare, se non in forte ritardo, le reali condizioni del mare. Esistono tuttavia numerosi circoli velici e nautici che fanno ascolto continuato sui canali VHF e di soccorso e una efficiente organizzazione di assistenza delle Capitanerie di porto con imbarcazioni “ognitempo” della Guardia Costiera dislocate nei principali porti per gli interventi di assistenza.

... Una caratteristica comune a molti porti della costa toscana è una certa difficoltà d’accesso in condizioni di mare grosso e vento teso, per la presenza di onde frangenti nell’avvicinarsi alla costa. Ma fortunamente ci sono sempre a portata di poche miglia altri porti dove l’ingresso è più semplice. Il problema dell’ingresso con tempo brutto è parziale per Marina di Carrara, il primo porto toscano venendo da nord, dove un lungo antemurale fornisce la sufficiente protezione all’ingresso orientato per Sud-Ovest (con libeccio forte si entra dunque di poppa, situazione sempre delicata) mentre è sconsigliato tentare di ridossarsi a Marina di Massa e al Cinquale quando il mare comincia a rompere. A circa 15 miglia a sud di Carrara c’è però il porto di Viareggio, che offre una buona agibilità di accesso purchè si evitino le immediate vicinanze del molo di sopraflutto, che crea pericolose barre di frangenti. Da Viareggio a Livorno, il più grande porto della Toscana e facilmente accessibile con ogni tempo, ci sono 19 miglia.

Da sconsigliare con cattivo tempo, anche se piacevolissimi con le condizioni prevalenti dell’estate, gli approdi intermedi di bocca del Serchio e di bocca d’Arno: quest’ultimo un vero e proprio porto fluviale , che consente a imbarcazioni di pescaggio fino a 1 metro di risalire fino al centro della città di Pisa. A sud di Livorno esiste una serie di micro-porticcioli adatti a piccole imbarcazioni da diporto come gommoni e cabinati fuori bordo o a vela con pescaggio inferiore a un

metro: si chiamano Ardenza, Antignano, Chioma, Castiglioncello, Marina di Cecina (con un vero porto da 600 barche subito all’interno della foce, ma con un difficile ingresso a canale dove il mare grosso può frangere). Circa 14 miglia a sud, dopo una lunga costa sabbiosa che d’estate è un vero spettacolo, c’è il porticciolo comunale di San Vincenzo, dotato di servizi completi (scivolo d’alaggio, gru, officine meccaniche) ma adatto solo a imbarcazioni con pescaggio non superiore a 1 metro. San Vincenzo è quasi a metà della lunga rotta scoperta tra Livorno e Portoferraio, il porto principale dell’isola d’Elba: dista infatti 22 miglia da Livorno e 20 da Portoferraio. Un ridosso naturale dai venti dei quadranti sud è il promontorio di Baratti, chiuso nella sua parte meridionale dal porto di Piombino. D’estate davanti a Baratti, che è anche un importante sito archeologico, la grande rada accoglie centinaia di imbarcazioni sui corpi morti e gavitelli che sono gestiti da una cooperativa locale. Piombino è anch’esso un porto facilmente accessibile in ogni condizione meteo, anche se ha caratteristiche di scalo industriale e non è piacevole per la nautica per il forte traffico di traghetti veloci. In attesa che sia pronto il suo porto turistico, si può puntare sull’Elba o attraversare il grande golfo di Follonica fino al più grande marina privato toscano, quello di Punta Ala, distante circa 11 miglia. All’interno del golfo di Follonica ci sono approdi minori, ma che da anni sono importanti realtà nautiche locali anche per chi fa villeggiatura. La Fiulara del puntone di Scarlino, per esempio, è un porto-canale accessibile solo a barche di modesto pescaggio, ma ne ospita più di settecento, con servizi completi di acqua, luce e gru. Da Piombino, l’isola d’Elba è assai più vicina che Punta Ala: il più prossimo dei suoi porti, quello di Cavo è solo a 7 miglia da Piombino, Rio Marina è a 8,6 miglia e la splendida rada di Porto Azzurro a 13 miglia. A sud di Punta Ala, l’unico porto importante in un raggio di circa dieci miglia è Castiglione della Pescaglia, il cui ingresso è difficile solo con venti forti di libeccio. In compenso il paese è bellissimo e le attrezzature portuali complete anche di cantieri di riparazione, con gru e scali di alaggio. Una darsena di recente costruzione ha aumentato la capienza del porto di circa 160 posti, ma Castiglione è in grado di sfruttare anche il canale interno dove pontili di legno e sistemazioni molto essenziali ospitano d’estate altre centinaia di barche. Solo 5 miglia separano Castiglione della Pescaia da Marina di Grosseto, su una lunga costa sabbiosa orientata per Sud-Est. Anche Marina di Grosseto è un porto-canale per barche di modesto pescaggio, difficile con il libeccio ma molto attrezzato con i prevalenti tempi calmi d’estate. Una nuova darsena è in fase di completamento ma le strutture di supporto ci sono già tutte, comprese gru e carburante in banchina. Occorrono altre 15 miglia circa per Talamone, il piccolo porto che guarda verso il promontorio dell’Argentario e che ha una modesta ma ben attrezzata realtà di pontili nautici. Da Talamone si può scegliere: poco più di 7 miglia portano a Porto Santo Stefano, porto attrezzato anche se d’estate con pochi posti disponibili, mentre l’isola del Giglio dista 15 miglia. L’Argentario, un grande promontorio proiettato verso Ovest con ancora un intatto manto di macchia mediterranea, ha tre importanti realtà nautiche: Porto Santo Stefano, con alcuni bacini minori adiacenti, l’altro scalo pubblico di Porto Ercole, sul lato sud e immediatamente dopo il porto privato di Cala Galera, con servizi analoghi a quelli di Punta Ala, disponibilità di scivoli, gru, cantiere di riparazione, negozi ed altro. Anche con i venti forti di libeccio Cala Galera è facilmente accessibile ed offre un buon ridosso.

L’intero periplo dell’Argentario è di circa 15 miglia. In questa nostra rapida rassegna dei porti e approdi toscani non devono mancare alcune note sulle isole. Partendo da nord, la più importante dell’arcipelago toscano tra quelle accessibili è Capraia, 36 miglia da Livorno e solo 16 dalla Corsica, il cui porticciolo pubblico può ospitare fino a un centinaio di barche, è dotato di carburante ed acqua in banchina ed ha servizi di riparazione, gru e rimessaggi. Il porto è servito da un traghetto giornaliero con Livorno.

L’isola d’Elba, 44 miglia a sud di Livorno, è una realtà complessa. I suoi porti sono almeno una dozzina, con servizi spesso solo estivi ma completi. Da Portoferraio, dove il porto vecchio è integrato da moderni bacini e banchine private dell’Esaom, navigando verso Ovest si trova a 8 miglia Marciana Marina, con carburante e pontili galleggianti, e quindi doppiata la punta West Marina di Campo a 15 miglia di navigazione, con una pittoresca spiaggia che dà sull’aeroporto e alcuni pontili. Marina di Campo è molto piacevole d’estate, quando centinaia di barche stanno all’ancora in rada. Proseguendo la circumnavigazione dell’isola, a 14 miglia c’è Porto Azzurro, in fondo a un profondo e pittoresco fiordo con un piccolo marina privato su pontili galleggianti (Porto Luna) proprio davanti al paese. La costa est offre poi Rio Marina a 5 miglia da Porto Azzurro, e infine Cavo ad altre 4 miglia di navigazione. Grazie a un micro-clima tutto speciale, l’Elba è un paradiso nautico dove si può scegliere a seconda delle condizioni meteo il versante a ridosso anche quando lungo la costa c’è maltempo: una condizione peraltro assai rara d’estate, quando su tutto l’arcipelago e la costa toscana dominano condizioni stabili di alta pressione con tempo buono, venti leggeri di maestrale e mare calmo. A 11 miglia da Porto Santo Stefano, nel promontorio dell’Argentario, e a 14 miglia da Porto Ercole, il porticciolo dell’isola del Giglio è l’unico ma ben attrezzato ed estremamente pittoresco. L’intero periplo dell’isola è di 12 miglia, con una splendida rada dotata di corpi morti provvisori, il Campese, sulla costa a Nord-Ovest. L’ultima isola accessibile al turismo nautico, Giannutri a poche miglia dal Giglio, non ha porto ed è solo temporaneamente accessibile per visite di carattere archeologico o paesaggistico.

In una valutazione globale, la rete dei porti sulla costa della Toscana è tra le più fitte ed attrezzate d’Italia per la nautica di modesto pescaggio e fornisce splendide possibilità di visitare le pricipali città di interesse storico ed artistico o i siti archeologici più rilevanti. Per la grande nautica, che si identifica nei motoryachts da oltre 15 metri e nei velieri con pescaggio superiore a 2 metri, la rete portuale è meno estesa ma ugualmente efficiente, perchè pienamente attrezzata: si possono citare come realtà complete sia per la sosta che per il supporto logistico Marina di Carrara, Viareggio, Livorno, Portoferraio, Punta Ala, Porto Santo Stefano e Cala Galera, con distanze tra porto e porto spesso inferiori a un ora di navigazione per i motoryachts e comunque mai superiori alle 20 miglia (con l’unica eccezione del tratto a sud di Livorno che è di 44 miglia tra questo porto e l’isola d’Elba). Tutti i principali porti sono dotati di distributori di carburante in banchina, acqua e servizi. Ma si trovano in ridossi minori o di scarso pescaggio come Cinquale, bocca d’Arno, Cecina, Capraia isola, San Vincenzo, Cavo, Porto Azzurro, Rio Marina, Marciana Marina, Fiumara del Puntone, Castiglione della Pescaia, Marina di Grosseto, Porto Ercole, Giglio porto, ed altri che si vanno via via attrezzando. Anche sulle realtà portuali più piccole, gli approdi attivi solo nella stagione estiva, spesso esistono servizi ben attrezzati, compresi quelli per le piccole ripartizioni artigianali. E non è raro trovare spazi attrezzati per la nautica da diporto minore anche sulle lunghe spiagge che caratterizzano la costa tra Carrara e Viareggio e tra Livorno e San Vincenzo. Alcuni punti di approdo non esistono nelle carte ma fanno parte della realtà nautica da anni. E’ il caso di Forte dei Marmi, 2 miglia a sud del Cinquale, dove un pontile su palafitte di cemento è diventato punto cospicuo di riferimento per le barche fuoribordo che su appositi "corridoi" d’estate trovano riparo a terra. E’ il caso, 5 miglia a sud di Viareggio della foce del fiume Serchio, attrezzata d’estate con qualche pontile mobile e ideale per il campeggio nautico. Subito a sud di bocca d’Arno c’è Marina di Pisa, con una serie di frangiflutti che delimitano micro-darsene facilmente accessibili con tempo buono da gommoni e fuoribordo, che hanno come richiamo una serie di ottimi ristoranti. Livorno stesso ha un porto turistico all’interno del porto, costituito dalla rete di canali medicei che si spinge nel cuore della città ed ospita almeno 3 mila piccoli scafi, da 4 a 8 metri, con l’unica limitazione costituita dai ponti stradali con luce inferiore ai 5 metri. La periferia sud di Livorno è ricca di approdi con ottimi servizi: il porticciolo di Antignano, Chioma, il ridosso di Vada, il micro-scalo di Quercianella, la darsena interna della Solvay con il suo circolo privato, sono tutte soste da consigliare a chi vuole davvero conoscere la costa, ha tempo e curiosità per i dettagli.

Anche la lunga spiaggia falcata fino a San Vincenzo, senza ridossi e quindi navigata al largo e a tutta manetta per non esservi sorpresi dal maltempo, offre a conoscerla alcune possibilità di fermata: come davanti a Donoratico, dove un "corridoio" di boe e relativa area di rimessaggio in spiaggia delle barche offre una pausa di relax, completa di gru mobile capace di alare e di varare barche fino a 1 tonnellata scendendo in mare fino a 1 metro di pescaggio. E così

ancora più a sud, con realtà nautiche complesse e ricchissime come il canale della Giannella alla radice dell’Argentario e prima ancora la foce del Cornia, il ridosso di Follonica, quello di Carbonifera - tra Piombino e Punta Ala - con il suo canale, i corpi morti estivi davanti a Torre Mozza, gli apprestamenti estivi sulla foce dell’Ombrone in pieno cuore della Maremma, eccetera. Per concludere, su poco più di 300 chilometri di costa, la Toscana offre più di dieci porti attrezzati e un centinaio di porticcioli, approdi, ridossi, rade con servizi nautici estivi, spiagge attrezzate, "corridoi" nautici, foci munite di attracchi. Una ricchezza nautica di prim’ordine, qualche volta pianificata e altre spontanea, che ne fanno uno dei punti di maggior richiamo del turismo internazionale e che di anno in anno aumenta le sue offerte grazie all’iniziativa privata ed anche al crescente interesse delle autorità pubbliche. Una realtà che comincia ad affacciarsi anche all’estero grazie a una offerta finalmente coordinata e mirata, che non potrà non dare ulteriore sviluppo sia al turismo che ai servizi e alla stessa cantieristica nautica toscana.

Porti e porticcioli della Toscana

Si dice che la Toscana, una delle regioni del centro-Italia più apprezzate dal turismo mondiale, abbia tesori d’arte e di città d’arte impossibili da scoprire nell’arco di un intera vita. E così per il mare, dove i porti, i porticcioli e gli approdi, sono talmente numerosi e pittoreschi che potremmo navigare un’intera stagione senza poterli visitare tutti. Proiettata sul mare da millenni, sia pure con i problemi che fino all’inizio dell’era moderna il mare ha creato per le razzie piratesche e le guerre di corsa, la Toscana moderna è passata - come tutte le realtà costiere italiane - attraverso una trasformazione d’uso importante delle sue realtà portuali: nei grandi porti, la concentrazione delle linee di navigazione seguita all’avvento del container ha lasciato importanti spazi liberi, progressivamente occupati dalla nautica da diporto: nei piccoli e i piccolissimi scali, barche da pesca sportiva o da diporto puro hanno sostituito o affiancato la marineria da pesca professionale e il micro-cabotaggio, quest’ultimo pressoché sparito per il sopravvento preso dal trasporto veloce via terra.

Così nella realtà d’oggi la Toscana conta su una rete fittissima di porti o approdi, che consente alle imbarcazioni da diporto, specie quelle di pescaggio minore, molte scelte e grande mobilità. Per navigare lungo la costa Toscana bisogna però avere ben presenti alcune realtà geografiche, meteorologiche ed ambientali, che condizionano spesso con la forza anche l’uso dei porti e dei ridossi.

La più importante realtà è geografica e può essere sintetizzata in una ideale divisione delle coste in tre diverse tipologie: una costa sabbiosa ed aperta, con porti che sono ricavati su fondali sabbiosi grazie a opere di protezione fisse, che va dal confine nord della Toscana fino a Livorno, prosegue poi da poche miglia a sud di Livorno fino al promontorio di Piombino, e torna a prevalere nel grande golfo di Follonica e poi a sud di Castiglione della Pescaia fino al massiccio dell’Argentario: una costa con rilievi o promontori pronunciati, parzialmente protetta dai venti forti dal I o dal II quadrante, che è inserita a blocchi nella prima, come la costa a sud di Livorno, il promontorio da Baratti a Piombino, il già ricordato Argentario; e infine una costa isolana, con le bellissime realtà nautiche dell’Elba, di Capraia e del Giglio che compensano dai divieti ormai secolari di avvicinarsi alla Gorgona, a Pianosa e a Montecristo (isole-carcere o riserve naturali off limits). Anche meteorologicamente parlando, la costa toscana ha caratteristiche diversificate. A nord, fino a Livorno, i venti dominanti d’estate arrivano dal III e IV quadrante senza alcuna protezione, e possono sollevare anche mareggiate molto violente, ma d’estate sono facilmente preannunciabili. Più difficile è capire le condizioni meteo tra Livorno e L’Elba, perché la grande isola funziona da sbarramento ai venti provenienti dal III quadrante (e parzialmente anche dallo scirocco del II quadrante) e può accadere di partire da Portoferraio in calma piatta per trovarsi all’altezza di San Vincenzo o ancora più a nord con mezze burraschette assai poco gradite alle imbarcazioni leggere.

Al contrario, con venti dal IV quadrante si può scendere a sud dell’Elba senza poter apprezzare, se non in forte ritardo, le reali condizioni del mare. Esistono tuttavia numerosi circoli velici e nautici che fanno ascolto continuato sui canali VHF e di soccorso e una efficiente organizzazione di assistenza delle Capitanerie di porto con imbarcazioni “ognitempo” della Guardia Costiera dislocate nei principali porti per gli interventi di assistenza.

... Una caratteristica comune a molti porti della costa toscana è una certa difficoltà d’accesso in condizioni di mare grosso e vento teso, per la presenza di onde frangenti nell’avvicinarsi alla costa. Ma fortunamente ci sono sempre a portata di poche miglia altri porti dove l’ingresso è più semplice. Il problema dell’ingresso con tempo brutto è parziale per Marina di Carrara, il primo porto toscano venendo da nord, dove un lungo antemurale fornisce la sufficiente protezione all’ingresso orientato per Sud-Ovest (con libeccio forte si entra dunque di poppa, situazione sempre delicata) mentre è sconsigliato tentare di ridossarsi a Marina di Massa e al Cinquale quando il mare comincia a rompere. A circa 15 miglia a sud di Carrara c’è però il porto di Viareggio, che offre una buona agibilità di accesso purchè si evitino le immediate vicinanze del molo di sopraflutto, che crea pericolose barre di frangenti. Da Viareggio a Livorno, il più grande porto della Toscana e facilmente accessibile con ogni tempo, ci sono 19 miglia.

Da sconsigliare con cattivo tempo, anche se piacevolissimi con le condizioni prevalenti dell’estate, gli approdi intermedi di bocca del Serchio e di bocca d’Arno: quest’ultimo un vero e proprio porto fluviale , che consente a imbarcazioni di pescaggio fino a 1 metro di risalire fino al centro della città di Pisa. A sud di Livorno esiste una serie di micro-porticcioli adatti a piccole imbarcazioni da diporto come gommoni e cabinati fuori bordo o a vela con pescaggio inferiore a un

metro: si chiamano Ardenza, Antignano, Chioma, Castiglioncello, Marina di Cecina (con un vero porto da 600 barche subito all’interno della foce, ma con un difficile ingresso a canale dove il mare grosso può frangere). Circa 14 miglia a sud, dopo una lunga costa sabbiosa che d’estate è un vero spettacolo, c’è il porticciolo comunale di San Vincenzo, dotato di servizi completi (scivolo d’alaggio, gru, officine meccaniche) ma adatto solo a imbarcazioni con pescaggio non superiore a 1 metro. San Vincenzo è quasi a metà della lunga rotta scoperta tra Livorno e Portoferraio, il porto principale dell’isola d’Elba: dista infatti 22 miglia da Livorno e 20 da Portoferraio. Un ridosso naturale dai venti dei quadranti sud è il promontorio di Baratti, chiuso nella sua parte meridionale dal porto di Piombino. D’estate davanti a Baratti, che è anche un importante sito archeologico, la grande rada accoglie centinaia di imbarcazioni sui corpi morti e gavitelli che sono gestiti da una cooperativa locale. Piombino è anch’esso un porto facilmente accessibile in ogni condizione meteo, anche se ha caratteristiche di scalo industriale e non è piacevole per la nautica per il forte traffico di traghetti veloci. In attesa che sia pronto il suo porto turistico, si può puntare sull’Elba o attraversare il grande golfo di Follonica fino al più grande marina privato toscano, quello di Punta Ala, distante circa 11 miglia. All’interno del golfo di Follonica ci sono approdi minori, ma che da anni sono importanti realtà nautiche locali anche per chi fa villeggiatura. La Fiulara del puntone di Scarlino, per esempio, è un porto-canale accessibile solo a barche di modesto pescaggio, ma ne ospita più di settecento, con servizi completi di acqua, luce e gru. Da Piombino, l’isola d’Elba è assai più vicina che Punta Ala: il più prossimo dei suoi porti, quello di Cavo è solo a 7 miglia da Piombino, Rio Marina è a 8,6 miglia e la splendida rada di Porto Azzurro a 13 miglia. A sud di Punta Ala, l’unico porto importante in un raggio di circa dieci miglia è Castiglione della Pescaglia, il cui ingresso è difficile solo con venti forti di libeccio. In compenso il paese è bellissimo e le attrezzature portuali complete anche di cantieri di riparazione, con gru e scali di alaggio. Una darsena di recente costruzione ha aumentato la capienza del porto di circa 160 posti, ma Castiglione è in grado di sfruttare anche il canale interno dove pontili di legno e sistemazioni molto essenziali ospitano d’estate altre centinaia di barche. Solo 5 miglia separano Castiglione della Pescaia da Marina di Grosseto, su una lunga costa sabbiosa orientata per Sud-Est. Anche Marina di Grosseto è un porto-canale per barche di modesto pescaggio, difficile con il libeccio ma molto attrezzato con i prevalenti tempi calmi d’estate. Una nuova darsena è in fase di completamento ma le strutture di supporto ci sono già tutte, comprese gru e carburante in banchina. Occorrono altre 15 miglia circa per Talamone, il piccolo porto che guarda verso il promontorio dell’Argentario e che ha una modesta ma ben attrezzata realtà di pontili nautici. Da Talamone si può scegliere: poco più di 7 miglia portano a Porto Santo Stefano, porto attrezzato anche se d’estate con pochi posti disponibili, mentre l’isola del Giglio dista 15 miglia. L’Argentario, un grande promontorio proiettato verso Ovest con ancora un intatto manto di macchia mediterranea, ha tre importanti realtà nautiche: Porto Santo Stefano, con alcuni bacini minori adiacenti, l’altro scalo pubblico di Porto Ercole, sul lato sud e immediatamente dopo il porto privato di Cala Galera, con servizi analoghi a quelli di Punta Ala, disponibilità di scivoli, gru, cantiere di riparazione, negozi ed altro. Anche con i venti forti di libeccio Cala Galera è facilmente accessibile ed offre un buon ridosso.

L’intero periplo dell’Argentario è di circa 15 miglia. In questa nostra rapida rassegna dei porti e approdi toscani non devono mancare alcune note sulle isole. Partendo da nord, la più importante dell’arcipelago toscano tra quelle accessibili è Capraia, 36 miglia da Livorno e solo 16 dalla Corsica, il cui porticciolo pubblico può ospitare fino a un centinaio di barche, è dotato di carburante ed acqua in banchina ed ha servizi di riparazione, gru e rimessaggi. Il porto è servito da un traghetto giornaliero con Livorno.

L’isola d’Elba, 44 miglia a sud di Livorno, è una realtà complessa. I suoi porti sono almeno una dozzina, con servizi spesso solo estivi ma completi. Da Portoferraio, dove il porto vecchio è integrato da moderni bacini e banchine private dell’Esaom, navigando verso Ovest si trova a 8 miglia Marciana Marina, con carburante e pontili galleggianti, e quindi doppiata la punta West Marina di Campo a 15 miglia di navigazione, con una pittoresca spiaggia che dà sull’aeroporto e alcuni pontili. Marina di Campo è molto piacevole d’estate, quando centinaia di barche stanno all’ancora in rada. Proseguendo la circumnavigazione dell’isola, a 14 miglia c’è Porto Azzurro, in fondo a un profondo e pittoresco fiordo con un piccolo marina privato su pontili galleggianti (Porto Luna) proprio davanti al paese. La costa est offre poi Rio Marina a 5 miglia da Porto Azzurro, e infine Cavo ad altre 4 miglia di navigazione. Grazie a un micro-clima tutto speciale, l’Elba è un paradiso nautico dove si può scegliere a seconda delle condizioni meteo il versante a ridosso anche quando lungo la costa c’è maltempo: una condizione peraltro assai rara d’estate, quando su tutto l’arcipelago e la costa toscana dominano condizioni stabili di alta pressione con tempo buono, venti leggeri di maestrale e mare calmo. A 11 miglia da Porto Santo Stefano, nel promontorio dell’Argentario, e a 14 miglia da Porto Ercole, il porticciolo dell’isola del Giglio è l’unico ma ben attrezzato ed estremamente pittoresco. L’intero periplo dell’isola è di 12 miglia, con una splendida rada dotata di corpi morti provvisori, il Campese, sulla costa a Nord-Ovest. L’ultima isola accessibile al turismo nautico, Giannutri a poche miglia dal Giglio, non ha porto ed è solo temporaneamente accessibile per visite di carattere archeologico o paesaggistico.

In una valutazione globale, la rete dei porti sulla costa della Toscana è tra le più fitte ed attrezzate d’Italia per la nautica di modesto pescaggio e fornisce splendide possibilità di visitare le pricipali città di interesse storico ed artistico o i siti archeologici più rilevanti. Per la grande nautica, che si identifica nei motoryachts da oltre 15 metri e nei velieri con pescaggio superiore a 2 metri, la rete portuale è meno estesa ma ugualmente efficiente, perchè pienamente attrezzata: si possono citare come realtà complete sia per la sosta che per il supporto logistico Marina di Carrara, Viareggio, Livorno, Portoferraio, Punta Ala, Porto Santo Stefano e Cala Galera, con distanze tra porto e porto spesso inferiori a un ora di navigazione per i motoryachts e comunque mai superiori alle 20 miglia (con l’unica eccezione del tratto a sud di Livorno che è di 44 miglia tra questo porto e l’isola d’Elba). Tutti i principali porti sono dotati di distributori di carburante in banchina, acqua e servizi. Ma si trovano in ridossi minori o di scarso pescaggio come Cinquale, bocca d’Arno, Cecina, Capraia isola, San Vincenzo, Cavo, Porto Azzurro, Rio Marina, Marciana Marina, Fiumara del Puntone, Castiglione della Pescaia, Marina di Grosseto, Porto Ercole, Giglio porto, ed altri che si vanno via via attrezzando. Anche sulle realtà portuali più piccole, gli approdi attivi solo nella stagione estiva, spesso esistono servizi ben attrezzati, compresi quelli per le piccole ripartizioni artigianali. E non è raro trovare spazi attrezzati per la nautica da diporto minore anche sulle lunghe spiagge che caratterizzano la costa tra Carrara e Viareggio e tra Livorno e San Vincenzo. Alcuni punti di approdo non esistono nelle carte ma fanno parte della realtà nautica da anni. E’ il caso di Forte dei Marmi, 2 miglia a sud del Cinquale, dove un pontile su palafitte di cemento è diventato punto cospicuo di riferimento per le barche fuoribordo che su appositi "corridoi" d’estate trovano riparo a terra. E’ il caso, 5 miglia a sud di Viareggio della foce del fiume Serchio, attrezzata d’estate con qualche pontile mobile e ideale per il campeggio nautico. Subito a sud di bocca d’Arno c’è Marina di Pisa, con una serie di frangiflutti che delimitano micro-darsene facilmente accessibili con tempo buono da gommoni e fuoribordo, che hanno come richiamo una serie di ottimi ristoranti. Livorno stesso ha un porto turistico all’interno del porto, costituito dalla rete di canali medicei che si spinge nel cuore della città ed ospita almeno 3 mila piccoli scafi, da 4 a 8 metri, con l’unica limitazione costituita dai ponti stradali con luce inferiore ai 5 metri. La periferia sud di Livorno è ricca di approdi con ottimi servizi: il porticciolo di Antignano, Chioma, il ridosso di Vada, il micro-scalo di Quercianella, la darsena interna della Solvay con il suo circolo privato, sono tutte soste da consigliare a chi vuole davvero conoscere la costa, ha tempo e curiosità per i dettagli.

Anche la lunga spiaggia falcata fino a San Vincenzo, senza ridossi e quindi navigata al largo e a tutta manetta per non esservi sorpresi dal maltempo, offre a conoscerla alcune possibilità di fermata: come davanti a Donoratico, dove un "corridoio" di boe e relativa area di rimessaggio in spiaggia delle barche offre una pausa di relax, completa di gru mobile capace di alare e di varare barche fino a 1 tonnellata scendendo in mare fino a 1 metro di pescaggio. E così

ancora più a sud, con realtà nautiche complesse e ricchissime come il canale della Giannella alla radice dell’Argentario e prima ancora la foce del Cornia, il ridosso di Follonica, quello di Carbonifera - tra Piombino e Punta Ala - con il suo canale, i corpi morti estivi davanti a Torre Mozza, gli apprestamenti estivi sulla foce dell’Ombrone in pieno cuore della Maremma, eccetera. Per concludere, su poco più di 300 chilometri di costa, la Toscana offre più di dieci porti attrezzati e un centinaio di porticcioli, approdi, ridossi, rade con servizi nautici estivi, spiagge attrezzate, "corridoi" nautici, foci munite di attracchi. Una ricchezza nautica di prim’ordine, qualche volta pianificata e altre spontanea, che ne fanno uno dei punti di maggior richiamo del turismo internazionale e che di anno in anno aumenta le sue offerte grazie all’iniziativa privata ed anche al crescente interesse delle autorità pubbliche. Una realtà che comincia ad affacciarsi anche all’estero grazie a una offerta finalmente coordinata e mirata, che non potrà non dare ulteriore sviluppo sia al turismo che ai servizi e alla stessa cantieristica nautica toscana.

MARINA DI CARRARA
(44°01', 69N 10°02', 67E)
Capitaneria di Porto 0585-780880

Marina di Carrara

tipologia / type

Porto

posti barca / berths

360

fondale in banchina / soundings

mt 2-9

lunghezza max / max length

mt 30

carburante / fuel

si

acqua / water

si

energia elettrica / power

si

scivolo / slipway

si

travel lift

no

scalo d'alaggio / launching

si

gru / crane

si

assistenza / repairing

si

VIAREGGIO
(43°51', 69N 10°14', 08E)
Capitaneria di Porto 0584-388388

Viareggio

tipologia / type

Porto

posti barca / berths

1100

fondale / soundings

mt 2-4

lunghezza max / max length

mt 60

carburante / fuel

si

acqua / water

si

energia elettrica / power

si

scivolo / slipway

si

travel lift

si

scala d'alaggio / launching

si

gru / crane

si

assistenza / repairing

si

BOCCA D'ARNO
(43°40', 80N 10°16', 20E)
Ufficio Marittimo 050-35922

Bocca D'Arno

tipologia / type

Porto canale

posti barca / berths

1000

fondale in banchina / soundings

mt 1-4

lunghezza max / max length

mt 25

carburante / fuel

si

acqua / water

si

energia elettrica / power

no

scivolo / slipway

si

travel lift

si

scala d'alaggio / launching

si

gru / crane

si

assistenza / repairing

si

LIVORNO
(43°33', 44N 10°17', 42E)
Capitaneria di Porto 0586-893362

Livorno

tipologia / type

Porto

posti barca / berths

120

fondale in banchina / soundings

mt 3-4

lunghezza max / max length

mt 14

carburante / fuel

si

acqua / water

si

energia elettrica / power

si

scivolo / slipway

si

travel lift

no

scala d'alaggio / launching

si

gru / crane

si

assistenza / repairing

si

LIVORNO - NAZARIO SAURO
(43°32', 34N 10°18', 07E)
Capitaneria di Porto 0586-893362

Nazario Sauro

tipologia / type

Darsena

posti barca / berths

200

fondale in banchina / soundings

mt 0,5 - 1,5

lunghezza max / max length

mt 9

carburante / fuel

no

acqua / water

no

energia elettrica / power

no

scivolo / slipway

si

travel lift

no

scalo d'alaggio / launching

si

gru / crane

si

assistenza / repairing

si

ARDENZA
(43°31', 00N 10°18', 95E)
Capitaneria di Porto 0586-893362

tipologia / type

Porto

posti barca / berths

270

fondale in banchina / soundings

mt 0,5 - 2

lunghezza max / max length

mt 10,5

carburante / fuel

no

acqua / water

si

energia elettrica / power

si

scivolo / slipway

si

travel lift

no

scalo d'alaggio / launching

si

gru / crane

si

assistenza / repairing

no

ANTIGNANO
(43°29', 68N 10°24', 63E)
Capitaneria di Porto 0586-893362

tipologia / type

Porto

posti barca / berths

240

fondale in banchina / soundings

mt 0,80 - 1,60

lunghezza max / max length

mt 9

carburante / fuel

no

acqua / water

si

energia elettrica / power

no

scivolo / slipway

si

travel lift

no

scalo d'alaggio / launching

si

gru / crane

si

assistenza / repairing

si

QUERCIANELLA
(43°27', 50N 10°21', 80E)
Delegazione di Spiaggia 0586-753104

Quercianella

tipologia / type

Porto

posti barca / berths

100

fondale in banchina / soundings

mt 0,5 - 1,7

lunghezza max / max length

mt 6

carburante / fuel

no

acqua / water

si

energia elettrica / power

no

scivolo / slipway

si

travel lift

no

scalo d'alaggio / launching

no

gru / crane

si

assistenza / repairing

no

CHIOMA
(43°26', 76N 10°22', 81E)

Foce del Chioma

tipologia / type

Porto canale

posti barca / berths

60

fondale in banchina / soundings

mt 1-2,5

lunghezza max / max length

mt 12

carburante / fuel

si

acqua / water

si

energia elettrica / power

si

scivolo / slipway

si

travel lift

no

scalo d'alaggio / launching

si

gru / crane

si

assistenza / repairing

si

CASTIGLIONCELLO NORD
(43°24', 15N 10°25', 30E)
Ufficio Marittimo 0586-733104

Castiglioncello Nord

tipologia / type

Porto

posti barca / berths

70

fondale in banchina / soundings

mt 0,5 - 1

lunghezza max / max length

mt 13

carburante / fuel

no

acqua / water

si

energia elettrica / power

no

scivolo / slipway

si

travel lift

no

scalo d'alaggio / launching

no

gru / crane

no

assistenza / repairing

si

CASTIGLIONCELLO SUD
(43°23', 90N 10°25', 60E)
Ufficio Marittimo 0586-733104

Castiglioncello Sud

tipologia / type

Porto

posti barca / berths

60

fondale in banchina / soundings

mt 1,5 - 2

lunghezza max / max length

mt 12

carburante / fuel

no

acqua / water

si

energia elettrica / power

no

scivolo / slipway

si

travel lift

no

scalo d'alaggio / launching

no

gru / crane

no

assistenza / repairing

si

ROSIGNANO SOLVAY
(43°22', 88N 10°25', 90E)
Ufficio Marittimo 0586-788121

Rosignano Solvay

tipologia / type

Porto

posti barca / berths

130

fondale in banchina / soundings

mt 1,5 - 2,5

lunghezza max / max length

mt 9

carburante / fuel

no

acqua / water

si

energia elettrica / power

no

scivolo / slipway

si

travel lift

no

scalo d'alaggio / launching

si

gru / crane

si

assistenza / repairing

no

MARINA DI CECINA
(43°18', 09N 10°29', 15E)
Ufficio Marittimo 0586-621064

tipologia / type

Porto canale

posti barca / berths

650

fondale in banchina / soundings

mt 0,7 - 1,5

lunghezza max / max length

mt 12

carburante / fuel

si

acqua / water

si

energia elettrica / power

si

scivolo / slipway

si

travel lift

no

scalo d'alaggio / launching

no

gru / crane

si

assistenza / repairing

si

SAN VINCENZO
(43°05', 90N 10°32', 22E)
Ufficio Marittimo (Piombino) 0565-221000

S. Vincenzo

tipologia / type

Porto

posti barca / berths

272

fondale in banchina / soundings

mt 1 - 1,5

lunghezza max / max length

mt 13

carburante / fuel

no

acqua / water

si

energia elettrica / power

si

scivolo / slipway

si

travel lift

no

scalo d'alaggio / launching

si

gru / crane

si

assistenza / repairing

si

PIOMBINO
(42°55', 89N 10°33', 10E)
Ufficio Marittimo 0565-221000

Piombino

tipologia / type

Porto

posti barca / berths

400

fondale in banchina / soundings

mt 1,3 - 3

lunghezza max / max length

mt 18

carburante / fuel

no

acqua / water

si

energia elettrica / power

no

scivolo / slipway

si

travel lift

si

scalo d'alaggio / launching

no

gru / crane

si

assistenza / repairing

si

FIUMARA DEL PUNTONE
(42°53', 18N 10°47', 09E)
Ufficio Marittimo (Follonica) 0566-45240

Scarlino - Fiumara del Puntone

tipologia / type

Porto canale

posti barca / berths

500

fondale in banchina / soundings

mt 0,8 - 2

lunghezza max / max length

mt 12

carburante / fuel

no

acqua / water

si

energia elettrica / power

si

scivolo / slipway

si

travel lift

no

scalo d'alaggio / launching

si

gru / crane

si

assistenza / repairing

si

PUNTA ALA
(42°48', 48N 10°44', 22E)
Delegazione di Spiaggia 0564-933489

Punta Ala

tipologia / type

Porto (privato)

posti barca / berths

900

fondale in banchina / soundings

mt 2 - 5

lunghezza max / max length

mt 32

carburante / fuel

si

acqua / water

si

energia elettrica / power

si

scivolo / slipway

no

travel lift

si

scalo d'alaggio / launching

si

gru / crane

si

assistenza / repairing

si

CASTIGLIONE DELLA PESCAIA
(42°45', 58N 10°52', 71E)
Ufficio Marittimo 0564-933489

Castiglione della Pescaia

tipologia / type

Porto canale

posti barca / berths

1100

fondale in banchina / soundings

mt 0,5 -2, 5

lunghezza max / max length

mt 13

carburante / fuel

si

acqua / water

si

energia elettrica / power

no

scivolo / slipway

si

travel lift

no

scalo d'alaggio / launching

si

gru / crane

no

assistenza / repairing

si

MARINA DI GROSSETO
(42°42', 82N 10°59', 11E)
Delegazione di Spiaggia 0564-34434

Marina di Grosseto

tipologia / type

Porto canale

posti barca / berths

800

fondale in banchina / soundings

mt 0,8 -1, 3

lunghezza max / max length

mt 11

carburante / fuel

si

acqua / water

si

energia elettrica / power

si

scivolo / slipway

si

travel lift

no

scalo d'alaggio / launching

si

gru / crane

si

assistenza / repairing

si

TALAMONE
(42°33', 28N 11°08', 25E)
Ufficio Marittimo 0564-887003

Talamone

tipologia / type

Porto

posti barca / berths

600

fondale in banchina / soundings

mt 3,5 - 5

lunghezza max / max length

mt 14

carburante / fuel

si

acqua / water

no

energia elettrica / power

no

scivolo / slipway

si

travel lift

no

scalo d'alaggio / launching

si

gru / crane

si

assistenza / repairing

si

PORTO SANTO STEFANO - PORTO DEL VALLE
(42°26', 24N 11°07', 49E)
Ufficio Marittimo 0564-812529

Porto S. Stefano - Porto del Valle

tipologia / type

Porto

posti barca / berths

250

fondale / soundings

mt 4 - 8

lunghezza max / max length

mt 30

carburante / fuel

si

acqua / water

si

energia elettrica / power

si

scivolo / slipway

si

travel lift

no

scalo d'alaggio / launching

si

gru / crane

si

assistenza / repairing

si

PORTO ERCOLE
(42°23', 60N 11°12', 68E)
Ufficio Marittimo 0564-833923

Porto Ercole

tipologia / type

Porto

posti barca / berths

1000

fondale in banchina / soundings

mt 1,5 - 3,5

lunghezza max / max length

mt 24

carburante / fuel

si

acqua / water

si

energia elettrica / power

si

scivolo / slipway

si

travel lift

no

scalo d'alaggio / launching

si

gru / crane

si

assistenza / repairing

si

CALA GALERA
(42°24', 22N 11°12', 79E)
Direzione Porto 0564-833010

Cala Galera

tipologia / type

Porto (privato)

posti barca / berths

750

fondale in banchina / soundings

mt 3,5 - 6

lunghezza max / max length

mt 50

carburante / fuel

si

acqua / water

si

energia elettrica / power

si

scivolo / slipway

si

travel lift

si

scalo d'alaggio / launching

si

gru / crane

si

assistenza / repairing

si

PORTOFERRAIO
(42°48', 72N 10°19', 77E)
Capitaneria di Porto 0565-914041

Portoferraio

tipologia / type

Porto

posti barca / berths

1050

fondale in banchina / soundings

mt 3 - 6

lunghezza max / max length

mt 50

carburante / fuel

si

acqua / water

si

energia elettrica / power

no

scivolo / slipway

si

travel lift

si

scalo d'alaggio / launching

si

gru / crane

si

assistenza / repairing

si

APPRODI

Marina di Massa - Pontile

44°00', 30N 10°05', 78E

Non ci sono servizi.

Forte dei Marmi - Pontile

43°57', 20N 10°09', 80E

Scivolo, scalo d'alaggio.

Marina di Pisa - Approdo

43°40', 78N 10°16', 18E

Scivolo, scalo d'alaggio, gru, travel lift, assistenza.

Castel Sonnino - Porticciolo privato

43°22', 50N 10°21', 50E

Non ci sono servizi.

Marina di Castagneto - Approdo

43°10', 00N 10°32', 00E

Carburante.

Porto Baratti - Rada

42°59', 95N 10°30', 20E

Scivolo, assistenza.

Follonica - Pontile

42°55', 32N 10°45', 20E

Non ci sono servizi.

Talamonaccio - Banchina

42°33', 54N 11°09', 43E

Non ci sono servizi.

Foce dell'Albegna- Approdo

42°30', 04N 11°11', 50E

Non ci sono servizi.

Porto Vecchio (Porto S. Stefano) - Rada

42°26', 35N 11°07', 05E

Carburante, acqua, scivolo, scalo d'alaggio, gru , assistenza.

ISOLA D'ELBA

Cala di Mola - Approdo

42°45', 58N 10°23', 70E

Non ci sono servizi.

Golfo Stella - Rada

42°45', 58N 10°19', 32E

Gru.

Punta Polveraia - Banchina

42°47', 59N 10°06', 59E

Scivolo.

S. Andrea - Banchina

42°48', 51N 10°08', 51E

Acqua.

ISOLA DI PIANOSA

Cala S. Giovanni - Porticciolo

42°35', 25N 10°05', 71E

Attenzione: essendo sede di colonia penale si può accedere al porticciolo solo in caso di forza maggiore.
Non ci sono servizi.

ISOLA DEL GIGLIO

Campese - Rada

42°21', 61N 10°55', 21E

Non ci sono servizi.

ISOLA DI MONTECRISTO

Cala Maestra - Approdo

42°20', 30N 10°17', 52E

Non ci sono servizi.

ISOLA GIANNUTRI

Cala Spalmatoi - Rada

42°15', 14N 11°06', 47E

Non ci sono servizi.